
Con questo articolo proseguiamo la rubrica in cui Ciao Elsa analizza il tuo fondo aperto.
Prima di analizzare nel dettaglio il fondo, faremo un breve ed esaustivo riassunto delle regole e delle caratteristiche dei fondi pensione.
Se sei già ben informato su questa prima parte generale, puoi scendere nella pagina e leggere direttamente la parte dedicata al tuo fondo.
Cos’è un fondo pensione
I fondi pensione sono strumenti finanziari di investimento a lungo termine, pensati per darti un sostegno economico quando smetterai di lavorare.
In concreto, puoi immaginare un fondo pensione come un contenitore intestato a te in cui, durante il corso della tua vita lavorativa, versi del denaro per accumularlo e farlo fruttare.
Qualunque fondo pensione tu scelga, ti mette a disposizione diverse linee d’investimento che potrai scegliere e modificare nel tempo.
In caso di necessità prima della pensione, hai la possibilità di prelevare somme di denaro dal tuo fondo.
Le anticipazioni previste nei fondi pensione sono di tre tipi:
- anticipazione per spese mediche, disponibile sempre e fino al 75% del capitale contenuto;
- anticipazione per la prima casa, disponibile dopo 8 anni di adesione al fondo e fino al 75% del capitale contenuto;
- anticipazione per qualunque motivo, disponibile dopo 8 anni di adesione al fondo e fino al 30% del capitale contenuto.
Nei fondi pensione sono previste alcune tassazioni che devi allo Stato:
- tassazione sulle plusvalenze, dovuta ogni anno nella misura del 20% su azioni e obbligazioni e del 12,5% sui Titoli di Stato;
- quando andrai in pensione, lascerai allo Stato una parte del tuo fondo che verrà tassato, sul versato, con un’aliquota che va da un minimo del 9% a un massimo del 15% e che verrà calcolata in base al tempo, cioè in base a quanti anni avrai trascorso nella previdenza complementare.
Se oggi apri il tuo primo fondo pensione e vai in pensione nei prossimi 15 anni, la tua tassazione è la massima (15%). Per ogni anno di permanenza in più, oltre al 15esimo, questa tassazione diminuisce dello 0,3% all’anno, finché si blocca al minimo possibile (9%) se resti nella previdenza complementare 35 anni o più.
Quindi, più giovane sei nel momento in cui aderisci, meno pagherai di tasse alla fine e la tassazione che pagherai verrà calcolata sulla data di prima adesione, cioè il giorno in cui hai aderito al tuo primo fondo pensione.
I fondi pensione sono tutti regolati dal d.Lgs 252/2005 che ti dà la possibilità di effettuare il trasferimento di un fondo in un altro fondo, senza che la data di prima adesione cambi.
C’è, invece, un caso in cui perdi la data di adesione al tuo fondo: se effettui il riscatto prima di essere in pensione.
Questa possibilità è prevista in caso di perdita del lavoro, premorienza e invalidità permanente.
Se riscatti il tuo fondo pensione perché sei senza lavoro da poco, perdi la tassazione agevolata dal 15% al 9% (prevista al pensionamento) e paghi una tassazione fissa al 23%.
In fase di accumulo i fondi pensione prevedono vantaggi fiscali consistenti che non sono previsti in nessun altro tipo di strumento di investimento.
- TFR: questo è il primo modo con cui un dipendente può alimentare il suo fondo pensione. Se fai versare il tuo TFR nel tuo fondo, a fine corsa pagherai la tassazione dal 15% al 9% mentre, se lasci il TFR in azienda, pagherai un'aliquota piena, che varia da un minimo del 23% a un massimo del 43% e che verrà calcolata in base alle tue ultime cinque RAL (Retribuzione Annua Lorda).
Se lasci il TFR in azienda, più guadagni, più paghi.
- Contributo volontario: se versi nel fondo una parte dei tuoi risparmi personali, otterrai il vantaggio fiscale della deduzione, cioè il meccanismo con cui lo Stato abbatte l’imponibile su cui paghi le tasse. Ogni anno, infatti, il tuo fondo pensione ti dà la possibilità di portare in deduzione fino a 5.164,57 € (i vecchi 10 milioni di Lire), recuperando la tua aliquota IRPEF massima che varia in base alla tua RAL.

Quando sarai arrivato in pensione potrai ritirare il tuo fondo in tre modi.
- 100% rendita: la rendita è una seconda pensione che entra nel tuo conto corrente e si affianca alla pensione pubblica. Ci sono vari tipi di rendita: vitalizia, reversibile, certa, controassicurata e con LTC (Long Term Care).
- fino al 50% in capitale e 50% in rendita: la legge ti permette di ritirare fino al 50% del tuo fondo in capitale, mentre la percentuale residua viene convertita in rendita.
- 100% capitale: questa opzione di ritiro è possibile solo se il tuo fondo non supera una certa soglia economica che aumenterà negli anni (oggi circa 110.000 € a 67 anni).
Al momento, in Italia, esistono circa 150 fondi pensione collocabili, suddivisi in tre famiglie:
- PIP (piani Individuali Pensionistici)
- FPA (Fondi Pensione Aperti)
- FPN (Fondi Pensione Negoziali o di categoria)
Tutti i fondi pensione sono sottoposti alla vigilanza della COVIP e le regole che abbiamo visto finora valgono in tutti.
Tra un fondo e l’altro, però, cambiano i costi, i rendimenti e la possibilità di accedere al contributo datoriale.
Per aiutarti nella scelta del tuo fondo pensione, noi di Ciao Elsa abbiamo creato un comparatore di fondi pensione gratuito e personalizzabile.
Cosa sono i fondi pensione aperti
I fondi pensione aperti sono forme di previdenza complementare promosse da banche, compagnie assicurative, società di intermediazione mobiliare (SIM) e società di gestione del risparmio (SGR), accessibili a chiunque: lavoratori dipendenti, autonomi, inoccupati, familiari fiscalmente a carico e persino minori.
Proprio per la loro ampia accessibilità, rappresentano una soluzione adatta a chi non può aderire a un fondo negoziale o desidera un prodotto con una gamma più ampia di comparti d’investimento.
La Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione (COVIP) definisce infatti i fondi aperti come strumenti collettivi che raccolgono i contributi degli aderenti e li investono in diversi comparti (garantito, obbligazionario, bilanciato, azionario) con un patrimonio distinto da quello della società che li istituisce.
Al fondo pensione aperto si possono versare diverse tipologie di contributi, a seconda della situazione lavorativa e delle scelte dell’aderente. In particolare:
- Contributi volontari. Possono essere versati da chiunque (lavoratore dipendente, autonomo, libero professionista) scegliendo liberamente l’importo e la frequenza.
- TFR (Trattamento di Fine Rapporto). Se sei un lavoratore dipendente, puoi decidere di destinare il TFR maturando al fondo pensione aperto. In questo caso, il datore di lavoro provvede a versarlo direttamente.
- Contributi del datore di lavoro. Solo se previsto da un accordo individuale o collettivo aziendale, il datore di lavoro corrisponde il contributo azienda: una percentuale della tua RAL che, sotto forma di extra, entra ogni anno nel tuo fondo pensione, oltre al TFR, se sei disposto a versare nel tuo fondo pensione, anche tu, una piccola percentuale del tuo stipendio prelevata direttamente dalla busta paga.
Noi di Ciao Elsa lo chiamiamo “soldi gratis” perché il contributo datoriale, di solito, corrisponde a qualche centinaio di Euro in più che entra nel tuo fondo pensione ogni anno se hai scelto di versarci il TFR e di sfruttare l’accordo datoriale.
- Versamenti per un familiare a carico. È possibile versare contributi a favore di un familiare fiscalmente a carico, come un figlio minorenne, beneficiando della deduzione fiscale in capo al soggetto che effettua il versamento.
Credemprevidenza
È il fondo pensione aperto istituito da CredemVita pensato per le adesioni collettive in azienda e disponibile anche per le adesioni individuali.
Cenni generali
Credemprevidenza può operare essendo iscritto all’albo COVIP con il numero 18.
Alla fine del 2024 il fondo contava 24.471 iscritti e il patrimonio in gestione aveva raggiunto l’ammontare di circa € 526.497.00.
Se sei un lavoratore dipendente che aderisce a Credemprevidenza sulla base di un accordo collettivo, la misura della contribuzione, la decorrenza e la periodicità dei versamenti sono fissate dal contratto o accordo collettivo o regolamento aziendale che prevede l’adesione al fondo, inclusa la quota di TFR e l’eventuale contributo datoriale.
Se sei un lavoratore dipendente che aderisce su base individuale, puoi comunque contribuire anche con il TFR maturando senza beneficiare del contributo datoriale, a meno che tu non abbia un accordo personale con il tuo datore di lavoro.
Chi può aderire ad Credemprevidenza
Credemprevidenza è un fondo aperto a cui può iscriversi chiunque: lavoratori dipendenti, autonomi, inoccupati, pensionati, familiari fiscalmente a carico.
Linee d’investimento
Credemprevidenza mette a disposizione dei suoi aderenti sette comparti d’investimento:
- Obbligazionario garantito; è il comparto con grado di rischio basso, che garantisce la restituzione dei contributi versati al netto dei costi. La garanzia è prevista in caso di
- pensionamento;
- riscatto per decesso dell’iscritto;
- riscatto causa invalidità permanente che comporti la riduzione dell’attività lavorativa a meno di un terzo;
- riscatto per inoccupazione per un periodo di tempo superiore a 48 mesi;
- esercizio da parte dell’iscritto della facoltà di trasferimento della posizione individuale, prevista dal presente Regolamento del fondo, a seguito dell’introduzione di modifiche peggiorative delle condizioni economiche che regolano la partecipazione al fondo stesso.
Questa linea è suggerita per chi ha un orizzonte temporale fino a 5 anni.
- Flessibile; è comparto obbligazionario misto con grado di rischio medio/basso e si rivolge a soggetti con una propensione al rischio di medio livello. Gli investimenti sono nella maggior parte obbligazionari (87,75% al 31/12/2024). L’orizzonte temporale suggerito è tra 5 e 10 anni dal pensionamento.
- Bilanciato; come suggerisce il nome è il comparto bilanciato, con grado di rischio medio-alto e orizzonte temporale tra 10 e 15 anni alla pensione. Al 31/12/2024, investe per il 54% in obbligazioni e per il 46% in azioni. La gestione risponde alle esigenze di un soggetto che privilegia investimenti volti a favorire l’incremento del valore del capitale investito.
- Azionario; è il comparto azionario, con grado di rischio alto e orizzonte temporale oltre i 15 anni al pensionamento. Al 31/12/2024, investe il 88% in azioni e il 12% in obbligazioni.
Rendimenti storici
Vediamo ora i rendimenti storici di queste linee d’investimento, estrapolando i dati ufficiali pubblicati sul sito della COVIP e ricordandoti che i rendimenti passati non sono garanzia dei rendimenti futuri.

Le percentuali indicate nella tabella si riferiscono, a partire da sinistra e andando verso destra, al rendimento del 2024, al rendimento medio annuo degli ultimi 3 anni (2022-2024), al medio annuo degli ultimi 5 anni (2020-2024) e al medio annuo degli ultimi 10 anni (2015-2024) e degli ultimi 20 anni (2005-2024).
Come risulta evidente, la percentuale di rendimento aumenta progressivamente man mano che aumenta la volatilità della linea d’investimento.
Tra le diverse linee di investimento, in Credemprevidenza si distingue in particolare la linea Flessibile, che registra le performance medie migliori di mercato tra le linee obbligazionarie, risultando prima come rendimento COVIP tra tutti i fondi pensione sia a 3 che a 5 che a 10 anni di orizzonte temporale.
Ti segnaliamo, inoltre, che i rendimenti storici di Credemprevidenza pubblicati sul sito COVIP sono netti.
In pratica, la COVIP ha già sottratto la tassazione annua sulle plusvalenze (12,5% sui Titoli di Stato e 20% su azioni e obbligazioni) e ha sottratto anche la percentuale di costo di gestione che Credemprevidenza, come qualunque altro fondo, applica alle varie linee d’investimento.
Costi
Vediamo, quindi, quanto costa Credemprevidenza.
Cominciamo dai costi da sostenere in fase di accumulo, direttamente a carico dell’aderente.

Credemprevidenza applica spese di adesione pari a € 50 “una tantum” e prevede costi annui aggiuntivi nella misura di € 15,49.
Poco fa, quando abbiamo approfondito la parte dei rendimenti, abbiamo accennato al costo di gestione. Un costo percentuale che varia da comparto a comparto e che viene applicato all’intero patrimonio del tuo fondo.
In pratica, Credemprevidenza gestisce l’investimento finanziario per te e in cambio, trattiene una piccola percentuale del tuo fondo.
Vediamo, in dettaglio, questo costo.

Come puoi notare, la percentuale varia da una linea all’altra.
La più costosa è il comparto azionario (1,50%) e la meno costosa è il comparto flessibile (1,00%).
I costi delle rimanenti linee d’investimento si mantengono in un range tra lo 1,10% e il 1,20%.
Credemprevidenza ha un’offerta particolarmente interessante in caso di adesione collettiva, cioè quell’adesione prevista nel caso in cui l’azienda metta il fondo a disposizione dei lavoratori con un accordo che prevede, oltre al versamento del TFR da parte del lavoratore e di un minimo contributo volontario (trattenuto direttamente in busta paga in % previste dal CCNL di riferimento), anche un contributo aggiuntivo da parte del datore di lavoro.
In questo caso, infatti, cambiano le condizioni economiche: viene azzerato il costo di apertura (50€) e si abbattono i costi di gestione (nel caso della linea azionaria il 30% in meno).
Mantenendo il focus sulle adesioni di tipo "individuale”, i costi di gestione applicati da Credemprevidenza sono in linea rispetto alla media dei costi dei fondi aperti (vedi grafico sotto), mentre risultano sempre più alti rispetto ai costi dei fondi negoziali che, per loro natura, sono particolarmente contenuti e molto simili ai costi di un ETF, uno strumento d’investimento indicizzato a gestione passiva, con costi inferiori rispetto a quelli degli investimenti a gestione attiva.

Infatti, come puoi vedere in questo grafico, Credemprevidenza (pallino rosso) ha un ISC, ovvero un Indicatore Sintetico di Costo calcolato dalla COVIP, in linea o leggermente inferiore rispetto alla media degli altri fondi aperti (quadrato bianco).

L’ISC viene calcolato dalla COVIP considerando un versamento annuo di 2.500 € e un rendimento netto del 4%. Questi due parametri costanti, nella vita reale, sono due variabili, ma COVIP li ha stabiliti per poter confrontare i costi dei fondi.
In ultimo, ti segnaliamo che Credemprevidenza non applica costi alle diverse operazioni che potresti decidere di compiere durante la tua permanenza nel fondo, fatta eccezione per R.I.T.A: ciascuna erogazione di rendita integrativa temporanea anticipata ha, infatti, un costo di € 18.

In questa scheda puoi trovare un riassunto dei costi, i rendimenti e le caratteristiche di Credemprevidenza.
Rendite previste
Al pensionamento, puoi decidere di ritirare il tuo fondo in rendita al 100% o, se vuoi, anche una parte di capitale, massimo il 50% e la percentuale rimanente in rendita, minimo il 50%.
CredemVita Spa gestisce direttamente l’erogazione delle rendite e, ad oggi, ti mette a disposizione due tipi di rendita:
- Rendita vitalizia immediata che ti viene erogata finché sei in vita.
Quindi, se vivi molti anni potresti fare un ottimo affare perché il fondo continuerà a garantirti la rendita vitalizia anche se avrà esaurito il montante che era contenuto nel tuo fondo. Viceversa, se viene a mancare senza aver ritirato tutto, il capitale residuo se lo tiene Credemprevidenza.
- Rendita reversibile.
È una rendita che ti viene erogata finché vivi e, quando vieni a mancare, continua ad essere erogata al beneficiario superstite che hai scelto, finché questo è in vita. Presta attenzione all’età del tuo beneficiario perché se indichi qualcuno che ha molti meno anni di te, la tua rendita si riduce parecchio, in quanto viene calcolata sull’aspettativa di vita media del tuo beneficiario.
Costi delle rendite
I due tipi di rendita comportano questi costi:
- costo per le spese di erogazione della rendita pari a 1,25% applicato alla rata di rendita;
- costo per le spese di gestione, pari a 1,75% applicato alla rata di rendita.
Tali costi sono inclusi nei coefficienti di conversione che vedremo qui di seguito.
Coefficienti di trasformazione
Questi sono i moltiplicatori che vengono applicati per ottenere l’importo della rendita richiesta.
Variano in base all’età, al tipo di rendita richiesto e alla frequenza di erogazione.
Diversamente da altri fondi, in Credemprevidenza i coefficienti di trasformazione non sono diversificati per sesso.
In questo fondo, per “età di calcolo” si intende l’età effettiva dell’Aderente quando avvia la richiesta a cui vengono applicate, mediante somma algebrica, le seguenti “rettifiche” in anni:

Di conseguenza, per un iscritto nato nel 1956, l’età assicurativa a cui fare riferimento oggi (2025) è 69 (età) + 1 (“rettifica”) = 70 anni. Viceversa, per una iscritta nata nel 1960, l’età assicurativa corrisponde con l’età effettiva perché la “rettifica” è pari a 0.
Usiamo ora come esempio la tabella dei coefficienti, prevista da Credemprevidenza, per il calcolo della rendita vitalizia.
Questi coefficienti sono determinati, tenendo conto della speranza di vita residua dell’Aderente e di un tasso di attualizzazione fissato nella misura dello 0,50%. Pertanto, la rendita vitalizia è, sin dall’inizio, determinata con la garanzia di un tasso tecnico dello 0,50%.

Poniamo il caso di una persona di 67 anni, nata nel 1958, che richiede ad Credemprevidenza la rendita vitalizia mensile, avendo maturato 90.000 € nel fondo pensione.
Credemprevidenza calcola:
90.000 € : 1.000 = 90
90 x 40,98 (coefficiente 67 anni, frazionamento mensile) = 3.688,20 €.
Quest’ultimo è l’importo della rendita annua che la persona ottiene, quindi circa 280 euro lordi su tredici mensilità.
Se invece di scegliere il frazionamento mensile, la stessa persona optasse per il frazionamento annuale, Credemprevidenza calcolerebbe:
90.000 € : 1.000 = 90
90 x 41,79 (coefficiente 67 anni, frazionamento annuale) = 3.761,10 €.
73 € all’anno in più rispetto alla stessa rendita ma con frazionamento mensile.
Tutti questi importi sono lordi: mentre i rendimenti non sono soggetti a tassazione perché sono già stati tassati nel corso degli anni, i contributi versati verranno tassati con l'aliquota agevolata dal 15% al 9% prevista nella previdenza complementare quando si chiude il fondo essendo pensionati. Di conseguenza, la rendita netta ottenuta sarà proporzionalmente ridotta.
Tieni conto che, in futuro, Credemprevidenza potrebbe variare i costi che applica, così come potrebbe modificare i coefficienti di trasformazione delle rendite, in particolare se cambierà l’aspettativa media di vita.
Soglia a 67 anni
Se al pensionamento preferisci ritirare la tua posizione ad Credemprevidenza al 100% in capitale, ti ricordiamo che questa opzione è esercitabile solo se il tuo fondo non supera una certa quantità economica.
Il d.Lgs 252/2005, infatti, prevede che, se il 70% del montante finale nel tuo fondo pensione, tramutato in rendita vitalizia, ti dà un importo annuo che supera il 50% dell’assegno sociale, non puoi avere tutto il fondo in capitale.
Nel 2025 l’assegno sociale vale 7.000 €.
Quindi, oggi, potresti ritirare tutto il tuo fondo pensione in capitale solo se la rendita vitalizia, ottenuta prendendo il 70% del tuo montante finale, valesse meno di 3.500 € all’anno.
Perché ciò avvenga, il tuo fondo non deve superare una soglia quantitativa che varia, anch’essa, in base all’età e in Credemprevidenza è, attualmente, circa 119.000 € a 67 anni.
Gli importi soglia sono destinati ad aumentare dal momento che l’assegno sociale verrà periodicamente ricalcolato.
Come trovare Credemprevidenza nel comparatore di Ciao Elsa
In ultimo, vediamo come il comparatore di Ciao Elsa può aiutarti a decidere se Credemprevidenza è la scelta migliore per te.
Cominciamo la comparazione:
Inserisci la tua data di nascita e che tipo di lavoratore sei, cioè dipendente del settore privato o un autonomo/libero professionista.
Inserisci ora il CCNL con cui sei inquadrato, ad esempio il terziario-commercio.
Fai sapere al comparatore dove hai attualmente il TFR: in azienda, in un fondo pensione, in un fondo di categoria oppure… non lo sai.
Poniamo il caso tu l’abbia lasciato in azienda e proseguiamo.
Inserisci ora il tuo reddito annuo lordo, ad esempio 30.000 €, e decidi se vuoi effettuare la simulazione con il TFR.
Il comparatore calcolerà l’importo preciso del tuo TFR annuo, che è il 6,91% della tua RAL.
Andando avanti puoi anche decidere se procedere alla simulazione solo con il TFR oppure aggiungendo un tuo contributo volontario quantificato in 50, 100, 200, 300, 400 o 500 euro al mese.
Come preferisci tu!
Ipotizziamo qui 100 € al mese e andiamo avanti.
A questo punto ti vengono poste tre domande che necessitano di piccoli ma fondamentali approfondimenti.
- Qual è la tua propensione al rischio?
Se ti senti incerto nel dare questa risposta, ti abbiamo messo a disposizione un piccolo video in cui ti spieghiamo, in 40 secondi, che cosa si intende per propensione al rischio e, sulla base di queste informazioni, puoi decidere se la tua propensione è bassa, media o alta.
- Quanto ti senti preparato finanziariamente?
Anche in questo caso, cliccando su “come faccio a saperlo”, ti spieghiamo in un breve video cosa si intende quando si dice che si è poco, abbastanza o molto preparati finanziariamente.
- Vuoi vedere i fondi con contributo del datore in cima alla lista?
Il nostro comparatore è l’unico strumento in cui trovi la possibilità di simulare i fantomatici “soldi gratis” a partire dalla tua situazione specifica!
Fatta la scelta, rispondendo ad esempio “sì” per l’ultima domanda, inserisci la tua email e procedi alla comparazione.
Ora il comparatore ti fornisce l’output in cui trovi la lista di fondi pensione, organizzata in base ai dati di input che hai inserito.
Posto che, se il tuo CCNL ne prevede uno, il primo fondo che trovi nella lista è il fondo di categoria, con anche l’indicazione dell’importo del contributo datoriale, vediamo che, al secondo posto, trovi Credemprevidenza.
Questo succede se il tuo orizzonte temporale è di medio-breve periodo, cioè se ti mancano tra i 5 e i 10 anni al compimento dei 67.
Credemprevidenza è in cima alla lista perché l’indice di performance espresso in termini percentuali, calcolato dal comparatore, è il più alto tra quelli dei fondi pensione in linea obbligazionaria.
Il tasso di performance l’abbiamo calcolato noi di Ciao Elsa incrociando i dati dei rendimenti storici della linea d’investimento, estrapolati dal sito COVIP, e l’impatto dei costi applicati dal fondo sugli importi precisi che tu vuoi versare, considerando che tu abbia effettuato un versamento ricorrente annualizzato.
Se apri la tendina “mostra dettagli”, trovi elencati proprio i costi di Credemprevidenza e nello specchietto sotto trovi quanto ci sarebbe ora in Credemprevidenza ipotizzando che tu avessi cominciato a versarci il TFR e 100 € al mese 10 anni fa.
Sotto il tasso di performance, trovi anche il rendimento medio annuo netto degli ultimi 10 anni.
Come aderire a Credemprevidenza
Per aderire ad Credemprevidenza puoi recarti in una qualunque agenzia Credem. In alternativa, il comparatore di Ciao Elsa ti mette a disposizione una procedura online che ti guida gratuitamente passo dopo passo fino al completamento dell’iscrizione.
Sei curioso di scoprire come funziona? Visita la pagina dedicata a Credemprevidenza.

