Tutte le tassazioni dei fondi pensione (con esempi pratici)

Anna Vinci
·
11
December
2024
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I fondi pensione sono normati dal d.Lgs 252/2005 che ne stabilisce le regole, le possibilità e gli obblighi. 

Rispetto a qualunque altro tipo di strumento finanziario di accantonamento e investimento, i fondi pensione permettono di beneficiare di alcuni significativi sgravi fiscali

Proprio in virtù di questi consistenti benefici fiscali, lo Stato ti chiederà un fetta del tuo fondo pensione sotto forma di tassazione, ogni qualvolta deciderai di accedere alla liquidità contenuta nel tuo fondo.

In base al motivo, alla modalità e al momento in cui chiederai di ritirare una parte o tutto il tuo fondo pensione, la tassazione che ti verrà richiesta dallo Stato varierà.

In questo articolo vogliamo offrirti una panoramica completa di tutte le tassazioni previste nei fondi pensione.

I benefici fiscali della previdenza complementare

Prima di approfondire le tassazioni, è utile fare un riepilogo dei principali vantaggi fiscali che ti offre il fondo pensione.

1. Vantaggi fiscali sul TFR 

Se sei un dipende e lasci il tuo TFR presso il datore di lavoro, questa somma ti verrà liquidata al termine del contratto, che può concludersi per licenziamento, dimissioni o pensionamento

La tassazione del TFR lasciato in azienda si basa sulla tua aliquota media IRPEF degli ultimi 5 anni di RAL (Retribuzione Annua Lorda) prima della liquidazione.

L’aliquota media varia da un minimo del 23% (primo scaglione) a un massimo del 43% (ultimo scaglione).

Esempi

  • Se hai una RAL di 30.000 €, paghi ogni anno il 23% di tasse sui primi 28.000 € e il 35% sui restanti 2.000 €. La tua aliquota media è il 23,8% e verrebbe applicata al tuo TFR se oggi concludessi il tuo rapporto di lavoro.

  • Se, invece, guadagni ogni anno 60.000 € paghi sempre il 23% sui primi 28.000 €, il 35% tra i 28.000 € e i 50.000 € e il 43% sugli ultimi 10.000 €, cioè da 50.000 € in su. La tua aliquota media, in questo caso, è il 30,7% e sarà applicata al tuo TFR in caso di cessazione del rapporto di lavoro. 

In pratica, se lasci il TFR in azienda, più guadagni e più paghi.

Inoltre, considerando che, almeno nella maggior parte dei casi, più vai avanti a lavorare più si alza la tua RAL, probabilmente questo incremento di retribuzione porterà a una tassazione finale sul tuo TFR in azienda molto più alta di quella che otterresti se versassi il tuo TFR in un fondo pensione.

Versare il TFR in un fondo pensione, infatti, offre una tassazione agevolata che pagherai solo alla fine, una volta arrivato al pensionamento.

Questa tassazione non si basa su quanto guadagni ma solo sul numero di anni che hai trascorso nel fondo pensione e varia da un massimo del 15% a un minimo del 9%. 

Un po’ più avanti in questo articolo approfondiremo in dettaglio questa tassazione. Per ora ci limitiamo a farti presente che più a lungo lasci il TFR nel fondo pensione, meno tasse pagherai quando lo chiuderai perché sarai pensionato.

Esempio

Ipotizziamo che negli ultimi anni di attività lavorativa tu guadagnerai 60.000 € e poniamo che, al pensionamento, tu abbia maturato 150.000 € di TFR.

Nel caso tu avessi lasciato il TFR in azienda, pagherai circa il 30% di tasse, quindi 45.000 € e avrai 105.000 € netti.

Nel caso tu avessi aderito ad un fondo pensione con il TFR, a fine corsa pagherai in tasse un importo che varierà da un massimo di 22.500 € a un minimo di 13.500 €.

Avrai, quindi, un TFR netto che va da un minimo di 127.500 € a un massimo di 136.500 €. 

2. Vantaggi fiscali sul contributo volontario

C’è poi un’altra opzione che nei fondi pensione è prevista per chiunque, indipendentemente dall’inquadramento professionale, cioè il versamento di un contributo volontario che può essere portato in deduzione fiscale.

La deduzione fiscale non è la detrazione

La detrazione, infatti, è un recupero fiscale fisso. Pensiamo, ad esempio, alla più classica detrazione, ovvero quella sulle spese sanitarie, che è fissa al 19%.

La deduzione, invece, è quel meccanismo con cui lo Stato abbatte l’imponibile su cui paghi le tasse. 

Tutti gli anni paghi l’IRPEF sui tuoi redditi e le tasse ti vengono calcolate in base a un sistema a scaglioni.

Se fai versamenti volontari liberi dal tuo conto corrente al tuo fondo pensione, entro il limite massimo annuo di 5.164,57 €, puoi recuperare il 23%, il 35% o, addirittura, il 43% di tasse, in base alla tua RAL oppure al tuo reddito dichiarato, proprio sugli importi che versi e che inserisci, l’anno successivo, nella dichiarazione dei redditi.

Esempi

Hai una RAL di 30.000 € e, quest’anno, decidi di versare 2.000 € nel tuo fondo pensione.

Lo Stato si “complimenta” e ti risparmia l’IRPEF sui quei 2.000 €, cioè ti chiede le tasse come se tu avessi guadagnato 28.000 € (e non 30.000 €, come effettivamente è stato).

  • Se sei un dipendente, l’anno successivo, nella busta paga di luglio, lo Stato ti restituisce l’IRPEF pagato sui 2.000 €. In questo caso hai pagato il 35% di 2.000 €, quindi ti torneranno indietro 700 €. 
  • Se invece, sei una P.IVA in regime ordinario, lo Stato non ti fa pagare 700 € di tasse l’anno prossimo. 

Se guadagni 60.000 € e versi 5.164 € in un fondo pensione (il massimo deducibile ogni anno) allora, in questo caso, l’aliquota che risparmi sull’importo che hai versato è il 43% e quindi non paghi (o ti vengono restituiti) 2.220 €.

3. Vantaggi fiscali sul contributo datoriale

Sei sei un lavoratore dipendente, questa stessa deduzione puoi averla anche sulle due percentuali dell’accordo datoriale.

Nel caso in cui tu scelga di far versare il TFR in un fondo con l’accordo, infatti, potrai sfruttare due versamenti ulteriori nel suo fondo: 

  • il primo a carico tuo;
  • il secondo a carico del tuo datore di lavoro

Entrambi gli importi sono calcolati sulla base di percentuali stabilite dal CCNL con cui sei assunto e vengono applicate alla tua RAL. 

Questi importi, in automatico, vengono dedotti direttamente in busta paga senza bisogno di presentare il 730 e rientrano nel plafond annuo dei 5164,57 € deducibili con la previdenza complementare. 

Finora abbiamo elencato i vantaggi fiscali della previdenza complementare, ora analizziamo le diverse tassazioni previste nei fondi pensione.

Tassazione annua sui rendimenti

I fondi pensione sono investimenti finanziari pensati per cercare di darti un rendimento

Gli interessi che maturi con il tuo fondo variano in base a quanti anni rimani nel fondo stesso e soprattutto in base alla linea d’investimento che scegli. 

Ogni fondo pensione, infatti, ha diverse linee d’investimento che puoi scegliere e modificare nel tempo.

Rispetto ad altri strumenti finanziari, in cui paghi una tassazione sugli interessi maturati solo quando ritiri l’investimento, nei fondi pensione paghi la tassazione sulle plusvalenze ogni anno al 31/12, versando allo Stato il 20% su azioni e obbligazioni e il 12,5% sui titoli di Stato.

Tassazione finale per pensionamento

Quando andrai in pensione e chiuderai il tuo fondo, lascerai allo Stato una tassazione sul montante complessivo (TFR + contribuzione dedotta) che va da un minimo del 9% a un massimo del 15%, calcolata in base al tempo, ovvero agli anni di permanenza nella previdenza complementare.

La regola degli anni e la data di prima adesione

Se oggi aprissi il tuo fondo pensione e andassi in pensione nei prossimi 15 anni, la tua tassazione sarebbe la massima, ovvero il 15%. 

Per ogni anno di permanenza in più oltre al 15°, la tassazione diminuisce dello 0,3% all’anno, scendendo così progressivamente fino al minimo possibile, cioè il 9% che otterresti se restassi nella previdenza complementare almeno 35 anni.

Nei fondi pensione, più giovane sei nel momento in cui aderisci, meno pagherai di tasse alla fine e la tassazione che pagherai verrà calcolata sulla data di prima adesione, cioè il giorno in cui hai aderito al tuo primo fondo pensione. 

La data di adesione al tuo primo fondo vale al pensionamento, a meno che tu non abbia riscattato anzitempo quel fondo.  

Tassazione prevista in caso di riscatto pre-pensione

Se per necessità decidi di riscattare il tuo fondo pensione prima di essere arrivato in pensione – opzione che puoi esercitare se resti senza lavoro – allora pagherai la tassazione agevolata dal 15% al 9%, in base agli anni di permanenza nel fondo, solo se aspetterai almeno 12 mesi per richiedere il primo 50% del tuo fondo e altri 36 mesi per richiedere il restante 50%.

In questi 48 mesi devi restare nella condizione di non occupato, quindi questa opzione è molto molto penalizzante e vincolante.

Fortunatamente, dal 2018 è stata introdotta anche un’altra possibilità.

Se vuoi riscattare il tuo fondo pensione per inoccupazione in tempi molto più brevi, puoi farlo dopo un solo giorno senza lavoro, perdendo la tassazione agevolata dal 15% al 9% e lasciando allo Stato una tassazione fissa del 23%.

Il 23% è comunque il minimo che avresti pagato se avessi lasciato il TFR in azienda e avessi avuto una RAL che non superasse i 28.000 €. Ed è anche il minimo di recupero fiscale previsto se versi volontariamente e porti in deduzione. 

Quindi, mal che vada, vai a pareggio ma puoi accedere alla tua liquidità velocemente in caso di bisogno. 

Come abbiamo accennato poco fa, però, oltre alla perdita della tassazione agevolata dal 15% al 9%, il riscatto comporta la perdita anche della data di adesione a quel fondo.

E se il fondo che riscatti è il tuo primo fondo pensione, allora perdi la data di prima adesione alla previdenza complementare, cioè la data più preziosa, quella su cui viene calcolata la tassazione più bassa possibile alla fine. 

Per questo, potrebbe essere una buona idea avere più di un fondo pensione. Così, in caso di necessità, potrai riscattare il più recente e mantenere aperto il più anziano che, così facendo, bloccherà anche in futuro la data di prima adesione alla previdenza 

Tra l’altro, puoi riscattare prima della pensione il tuo fondo anche se non sei disoccupato, nel caso in cui tu abbia un fondo di categoria legato a un CCNL in cui però non puoi più far versare il tuo TFR perché hai cambiato lavoro e sei inquadrato in un CCNL diverso. 

In questo caso si dice che hai perso i requisiti minimi di partecipazione a quel fondo e, solo se vuoi, puoi riscattarlo.

Tassazioni sulle anticipazioni

Se hai bisogno di una parte della liquidità contenuta nel tuo fondo, puoi chiedere un’anticipazione. 

In questo caso la tassazione varierà in base al motivo per cui richiedi l’anticipo.

Spese mediche

Nel caso di anticipo per spese sanitarie, possibile sempre fino al 75% del montante, la tassazione è quella agevolata prevista dal d.Lgs 252/2005, ovvero dal 15 al 9% calcolata in base a quanti anni di permanenza hai nel fondo pensione nel momento in cui fai la richiesta di anticipo. 

Anche in questo caso, fa fede la data di prima adesione alla previdenza complementare, quindi la data in cui hai aperto il tuo primo fondo pensione, anche se fai richiesta di anticipo a un secondo fondo, che hai aperto successivamente. 

Prima casa

Per mutuo o ristrutturazione della prima casa, potrai ottenere fino a un massimo del 75% del tuo fondo pensione, dopo almeno 8 anni calcolati a partire dalla data di prima adesione. In questo caso la tassazione non sarà agevolata, ma fissa al 23%.

Per qualunque motivo

Il tuo fondo pensione può anticipare fino a un massimo del 30% senza senza che tu debba motivare la tua richiesta, anche in questo caso dopo 8 anni dalla data di prima adesione e con tassazione del 23%.

Tassazione in caso di contribuzione non dedotta

Tutte le tassazioni viste finora, ad esclusione di quella annuale sulle plusvalenze, sei tenuto a versarle solo sugli importi che hanno goduto di un qualche beneficio fiscale, ovvero TFR e contribuzione dedotta.  

Se, invece, operi in regime forfettario e la tua partita IVA è già agevolata fiscalmente, quindi non puoi portare in deduzione ciò che versi nel fondo pensione, oppure hai versato più di 5.164 € e non hai potuto dedurre l’eccedenza, allora ti basta compilare il modulo dei contributi non dedotti

In questo modulo tu dichiari al tuo fondo pensione che non hai dedotto tutti o una parte degli importi versati. 

Se non hai dedotto i tuoi contributi, la tassazione sarà pari a 0

Cioè non pagherai la tassazione dal 15 al 9% in caso di pensionamento sugli importi non dedotti. E non pagherai nemmeno la tassazione fissa del 23% che è dovuta allo Stato in caso di riscatto del fondo pensione prima di essere arrivati alla pensione e per perdita del requisito minimo di partecipazione al fondo. 

Lo Stato, cioè, ti dice: “caro aderente, se non ti ho agevolato fiscalmente in corso d’opera, non vorrò le tue tasse alla fine”.

Tassazione prevista in caso di RITA

Se sei stanco di lavorare e vuoi usare il tuo fondo pensione per smettere di lavorare qualche anno prima dell’età di vecchiaia, puoi utilizzare RITA, acronimo di Rendita Integrativa Temporanea Anticipata. 

La tassazione della RITA segue le stesse regole a cui è sottoposta la normale prestazione pensionistica del fondo pensione e quindi quella dal 15% al 9%, calcolata in base agli anni di permanenza nel fondo pensione.

Tassazione in caso di eventi straordinari e sfortunati

Il d.Lgs 252/2005 stabilisce anche cosa succede al tuo fondo pensione in casi particolarmente brutti.

Morte

Se vieni a mancare, ai tuoi beneficiari va il tuo fondo pensione sotto forma di capitale al netto della solita tassazione dal 15% al 9% calcolata sulla data in cui hai aderito alla previdenza complementare e la data in cui i tuoi beneficiari vanno a ritirarlo in seguito alla tua dipartita (hanno 10 anni di tempo). 

Invalidità permanente

Se, invece, ci sei ancora, ma hai subito un’invalidità di almeno 2/3, allora puoi ritirare il tuo fondo pensione al 100% in capitale da subito pagando la tassazione agevolata dal 15% al 9% per perdita dei requisiti di partecipazione al fondo.

Conclusioni

Come abbiamo visto in questo articolo, i fondi pensione ti offrono vantaggi fiscali importanti, ma è fondamentale che tu sia anche consapevole delle tassazioni che prevedono, per sapere se sono uno strumento utile per te ed eventualmente per sfruttarli appieno

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