Il trasferimento da un fondo pensione a un altro

Margherita Gallo
·
24
December
2024
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I fondi pensione sono innanzitutto e soprattutto degli strumenti finanziari di investimento. 

Essendo pensati per aiutarci quando saremo pensionati, la loro struttura è più rigida rispetto ad altri strumenti di investimento e di accantonamento. In pratica, è limitata (ma non vietata) la possibilità di accedere alla liquidità del proprio fondo prima dell’età di pensionamento. 

In cambio, lo Stato ci garantisce consistenti sgravi fiscali sui soldi che versiamo nei fondi pensione. 

In concreto, possiamo immaginare un fondo pensione come un contenitore intestato a una singola persona in cui, durante il corso della vita lavorativa, questa persona versa del denaro per accumularlo e farlo fruttare.

Lo scopo ultimo è avere un capitale o una pensione integrativa quando non lavoreremo più.

A differenza di qualunque altro strumento di investimento o di risparmio, i fondi pensione sono istituiti e regolati a partire da una legge dello Stato italiano, il d.Lgs 252/2005.

Questa normativa è entrata in vigore il 1 gennaio 2007 e da quel momento tutti i fondi pensione esistenti hanno le stesse regole, gli stessi vantaggi e le stesse caratteristiche.

Tra le varie possibilità che la legge prevede c’è anche quella di poter trasferire un fondo pensione in un altro fondo pensione

Di fatto la legge cerca di farci sposare con la previdenza complementare, ma non necessariamente al singolo fondo.

Ergo… i fondi pensione si possono cambiare e trasferire.

Cos’è un trasferimento di fondo

Nella pratica è lo spostamento integrale di un fondo in un altro fondo.

Non è, però, come un travaso di liquidità da un conto corrente a un altro conto corrente.

Nel caso dei conti bancari, infatti, puoi avere due conti e trasferire tutta o una parte della tua liquidità da uno all’altro in modo rapido e, se anche lasci zero soldi in un conto, questo continua ad esistere. 

Nei fondi pensione invece, se trasferisci un fondo, chiamiamolo Fondo Pippo, in un altro fondo, che chiamiamo Fondo Pluto, succede che:

  1. Pippo non esiste più; il fondo, infatti, non continua ad esistere come un contenitore vuoto in cui puoi sempre decidere di versare soldi in futuro. Il fondo trasferito si estingue automaticamente
  1. Parallelamente, Pluto riceve tutti i soldi che erano contenuti in Pippo.

Esempi

Hai aperto il Fondo Pippo nel 2012 e oggi ci sono dentro 35.000 €. 

Hai deciso di trasferirlo nel tuo altro Fondo Pluto che hai aperto, più recentemente, nel 2021 e in cui oggi ci sono 5.000 €.

Chiederai a Pluto di comunicare a Pippo la tua decisione e il Fondo Pippo saprà che deve bonificare tutta la sua posizione individuale in Pluto e, contestualmente, estinguersi.

Una volta eseguito il trasferimento, il Fondo Pippo del 2012 non esisterà più e nel Fondo Pluto del 2021 ci saranno 40.000 €, cioè i 5.000 € che già conteneva a cui si sommano i 35.000 € trasferiti da Pippo.

Ipotizziamo che tu abbia sempre questi due fondi e cioè Pippo del 2012 e Pluto del 2021. 

Se lo desideri puoi anche trasferire Pluto in Pippo

A questo punto Pluto si estingue e trasferisce i suoi 5.000 €  in Pippo che, ricevendo questa liquidità, passa dall’avere all’interno 35.000 € all’averne 40.000 €. 

Nel prossimo esempio prendiamo in esame un caso specifico: quello dei fondi di categoria, cioè i fondi pensione legati legati ad un CCNL

Usiamo, per il nostro esempio, due CCNL molto frequenti in Italia: CCNL Metalmeccanico e CCNL Terziario Commercio.

Ipotizziamo che tu abbia aperto nel 2020 il fondo Cometa, cioè il fondo di categoria del CCNL metalmeccanico, versandoci il TFR, l’accordo datoriale e altri 1.200 € di contribuzione volontaria all’anno. 

Oggi nel tuo fondo ci sono circa 17.000 €. 

Stai per cambiare azienda e anche CCNL. 

Ipotizziamo, infatti, che nel corso del 2025 tu vada a lavorare in un’azienda con contratto regolato dal CCNL Terziario Commercio.

Non potrai più usare Cometa, almeno per quanto riguarda il versamento del TFR e dell’accordo datoriale ma, molto probabilmente, per continuare a sfruttare l’accordo anche nella nuova azienda, dovrai aprire il fondo previsto nel tuo nuovo CCNL di appartenenza. 

Il fondo del Terziario Commercio si chiama Fon.Te

Se vuoi, quando cominci il nuovo lavoro puoi riscattare Cometa, cioè estinguerlo e portare in conto corrente i 17.000 € anche se non sei arrivato alla pensione

Questo puoi farlo perché, cambiando CCNL hai perso i requisiti minimi di partecipazione a Cometa e il decreto legislativo 252/2005 ti consente di riscattarlo con tassazione fissa al 23%.

Non sei, però, obbligato a riscattare il tuo vecchio fondo di categoria.

Infatti, puoi lasciarlo lì continuando a versare di tasca tua, o non versandoci più un euro oppure, se vuoi, puoi anche trasferirlo

Già in fase di iscrizione a Fon.te puoi indicare, nel modulo di adesione, che intendi trasferire Cometa del 2020 nel tuo Fon.te che stai aprendo nel 2025. 

Così facendo, i 17.000 € contenuti in Cometa passeranno a Fon.Te e il tuo Cometa del 2020 si estinguerà.

La portabilità della data di prima adesione

Se trasferisci un fondo più datato in un fondo più recente, mantieni la data di adesione al precedente fondo, anche in quello successivo. 

Questo passaggio, che sembra un dettaglio, è in realtà cruciale: nella previdenza complementare il tempo è un fattore fondamentale.

Perché la data di prima adesione è così importante quando parliamo di fondi pensione?

Perché è la data in cui aderisci per la prima volta alla previdenza complementare, cioè la data in cui apri il tuo primo fondo pensione, che influirà sulla tassazione finale che lascerai allo Stato quando andrai in pensione e ritirerai il tuo fondo o i tuoi fondi. 

Questa tassazione è dovuta non sull’interesse maturato, ma su ciò che hai versato nel tuo fondo e va da un minimo del 9% a un massimo del 15%. 

Viene calcolata in base al tempo, ovvero agli anni di permanenza nella previdenza complementare.

La regola degli anni per la tassazione

Se oggi apri il tuo primo fondo pensione e vai in pensione nei prossimi 15 anni la tua tassazione è la massima: il 15%

Per ogni anno di permanenza in più oltre al 15esimo, questa tassazione diminuisce dello 0,3% all’anno, diventando così il 14,7, il 14,4, il 14,1 e avanti così finché si blocca al minimo possibile che è il 9% se resti in previdenza complementare 35 anni o più.

Quindi la regola è molto semplice: più giovane sei nel momento in cui aderisci, meno pagherai di tasse alla fine e la tassazione che pagherai verrà calcolata proprio sulla data di prima adesione cioè, lo ribadiamo, il giorno in cui hai aderito al tuo primo fondo pensione. 

Questa tassazione viene applicata a tutti gli importi che hai inserito nel tuo fondo e sui quali hai goduto di uno sgravio fiscale.

Ovvero:

  1. i soldi che hai deciso di inserire nel tuo fondo dal tuo conto corrente nella tua vita lavorativa e che hai portato in deduzione fiscale, recuperando l’aliquota IRPEF più alta in base alla tua RAL (il tetto massimo di deducibilità annua nei fondi pensione è di 5.164,57 €) 
  1. il TFR; infatti, la tassazione del TFR lasciato in azienda prende a riferimento l’aliquota media IRPEF degli ultimi 5 anni prima della liquidazione. La tassazione minima è del 23% (primo scaglione), la tassazione più alta 43% (ultimo scaglione). Questa circostanza, soprattutto in ottica di lungo periodo, porterà a una tassazione finale significativamente più alta in azienda che nel fondo pensione, dove la tassazione dello stesso TFR andrà dal 15 al 9%.

Quindi, per avere un vantaggio fiscale più consistente, la data di prima adesione è fondamentale e se trasferisci un fondo più datato in uno più recente, ai fini del calcolo della tassazione finale, farà comunque fede la data in cui hai aperto il primo

Esempio

Riprendiamo i nostri fondi Pippo del 2012 e Pluto del 2021.

Se decidi di trasferire Pippo in Pluto, una volta eseguito il trasferimento, avrai un unico fondo pensione, Pluto, con data di adesione 2021 e DATA PRIMA ADESIONE ALLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE 2012 (sì, lo vogliamo mettere in stampatello talmente è importante). 

Quindi, anche se Pluto è stato aperto nel 2021, verrà tassato in base alla data di apertura di Pippo, cioè il 2012, e questo ti consentirà di risparmiare lo 0,3% di tasse per ogni anno a partire dal 2012 al 2021. 

Mantenendo la data di prima adesione del 2012 pagherai il 2,7% di tasse in meno sulla posizione individuale maturata alla fine. 

Quando puoi trasferire un fondo pensione

Il trasferimento è possibile dopo 2 anni dall’apertura di un fondo pensione ed è possibile trasferire qualunque fondo in qualunque altro fondo

Nel caso dei fondi di categoria, il trasferimento è possibile anche prima dei due anni per perdita dei requisiti minimi di partecipazione al fondo, cioè in caso di cambio settore. 

Come avviene il trasferimento

É necessario che tu dica formalmente al fondo ricevente, tramite la compilazione dell’apposita modulistica, che intendi trasferirci dentro un altro tuo fondo. 

A quel punto, in qualche caso, il fondo ricevente contatterà il fondo cedente comunicando la tua decisione e attenderà che il fondo cedente esegua il bonifico. 

In altri casi, sarai tu a mandare al fondo cedente la comunicazione, tramite raccomandata o PEC.

I tempi del trasferimento 

La legge prevede che i fondi pensione debbano eseguire il trasferimento entro 6 mesi dal momento in cui è stato richiesto.

Quanto si può trasferire

Di norma, il trasferimento non è parziale ma totale, quindi il trasferimento comporta lo spostamento del 100% del tuo fondo in un altro fondo.

Quanto costa trasferire un fondo pensione? 

In alcuni casi 0, in altri 10, 20, 30 o 50 € che equivalgono più o meno al costo del bonifico e di esecuzione della pratica. 

Questo costo, laddove previsto, viene trattenuto dal fondo cedente direttamente in fase di esecuzione del bonifico di trasferimento.

Se stai valutando di trasferire il tuo fondo pensione e vuoi sapere se e quale costo ti verrebbe applicato, vai alla scheda costi del tuo fondo e troverai la voce specifica “Spese di trasferimento” con il relativo importo o, nel migliore dei casi, la dicitura “non previste”.

scheda costi fondo pensione - spese di trasferimento

Tassazione sul trasferimento

Dal momento che i fondi pensione sono strumenti che offrono vantaggi fiscali e, al contempo, prevedono tassazioni diverse che devi versare allo Stato a seconda del tipo di operazione che esegui, è importante affrontare anche il tema della tassazione in caso di trasferimento.

Abbiamo un’ottima notizia: il trasferimento da un fondo a un altro non prevede alcuna tassazione sul versato che verrà, invece, applicata solo al pensionamento (dal 15% al 9%) o in caso di riscatto pre-pensione (del 23%). 

L’investimento in caso di trasferimento

Se trasferisci un fondo in un altro fondo, in concreto stai anche disinvestendo da un comparto per investire i tuoi soldi in una nuova linea.

Se nel fondo che trasferisci avevi optato per una linea garantita in gestione separata, uno strumento finanziario escluso dalla volatilità di mercato, e scegli lo stesso tipo di linea anche nel fondo in cui hai deciso di trasferire la liquidità, non rischierai variazioni della posizione individuale legate all’andamento di mercato.

Se invece hai scelto linee appoggiate al mercato, cioè obbligazionarie, bilanciate o azionarie, allora nel momento in cui disinvesti concretizzi un controvalore di mercato e questo stesso controvalore lo reinvesti comprando quote in una nuova linea d’investimento.