Fondi Pensione Negoziali (FPN), Aperti (FPA) e Piani Individuali Pensionistici (PIP)

Margherita Gallo
·
29
November
2024
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Ad oggi, in Italia esistono 141 fondi pensione che rispondono tutti alla stessa normativa, il decreto legislativo 252/2005. Tutti i fondi pensione hanno quindi le stesse regole comuni e, per questo motivo, non dovrai perdere tempo a guardarli uno a uno per trovare il migliore. 

I 141 fondi si dividono in tre grandi famiglie: 

  • FPN (Fondi Pensione Negoziali o chiusi), detti anche fondi di categoria
  • FPA (Fondi Pensione Aperti)
  • PIP (Piani Individuali Pensionistici)

Vediamo quali sono le caratteristiche principali di questi tre tipologie di fondi pensione. 

1. Fondi di categoria (FPN)

I fondi pensione negoziali sono fondi di natura collettiva istituiti a partire da un accordo stipulato tra lavoratori, sindacati, associazioni di categoria e datori di lavoro.

Nonostante questa definizione raggruppi la maggior parte dei fondi FPN, è anche possibile trovare casse professionali che istituiscono fondi pensione per i liberi professionisti, gestendo le risorse in modo diverso e separato rispetto a quelle destinate alla previdenza obbligatoria.

Non solo. Infatti, anche le Regioni possono istituire fondi pensione negoziali tramite legge regionale.

Sulla base di chi istituisce i fondi di categoria, a essi si può aderire se:

  • si appartiene a una categoria specifica, che nella maggior parte dei casi è legata al CCNL di appartenenza
  • si fa parte di una specifica categoria di professionisti
  • nel caso più raro di fondi territoriali, se si ha il requisito si essere residenti in una certa regione

Indipendentemente dal tipo, tutti i fondi di categoria sono da intendersi come giuridicamente autonomi, separati dai soggetti promotori, non aventi scopo di lucro e sottoposti a vigilanza da parte della COVIP), ovvero la commissione di vigilanza sui fondi pensione. 

1.1. A cosa serve aderire ai Fondi negoziali?

L'adesione a un fondo pensione negoziale (FPN) ti permette di destinare sin da oggi una parte della tua RAL allo scopo futuro di integrare quella che sarà la tua pensione di base, cioè quella obbligatoria che l’INPS (o un’altra cassa specifica nel caso di determinate professioni, quali medico o architetto) ti verserà mensilmente. 

Ecco perché ciò che i fondi pensione ti daranno un giorno viene denominato come “pensione complementare”. Essa è infatti un’integrazione a ciò che già obbligatoriamente avrai una volta giunto all’età pensionabile.

Inoltre, aderire a tali fondi ti permette di far fronte a possibili difficoltà personali e/o lavorative (quali potrebbero essere spese sanitarie per te o il tuo nucleo famigliare, acquisto o ristrutturazione della prima casa, oppure affrontare momenti di inoccupazione) sfruttando le agevolazioni dagli stessi consentite.

A determinate condizioni, inoltre, l’adesione ti permette di sfruttare anche di particolari scenari, grazie ai quali si favorisce la transizione dal mondo lavorativo a un contesto di effettivo pensionamento.

Infine, vedrai riconosciute specifiche agevolazioni fiscali per quando dovrai ritirare i soldi che nel tempo hai destinato e accumulato nei fondi pensionistici stessi.

1.2. Chi può aderire ai Fondi negoziali?

Questi fondi sono destinati a specifiche categorie di lavoratori. 

Per aderire, infatti, devi essere un lavoratore che appartiene a una determinata azienda o gruppo di imprese oppure a una specifica categoria professionale (dipendente del settore privato di un preciso CCNL, dipendente pubblico, socio lavoratori di cooperative, libero professionista o autonomo organizzato per tipologia di professione e territorio di residenza/attività).

Nonostante esistano dei rarissimi casi in cui, facendo parte di un CCNL, non si abbia un fondo di categoria corrispettivo, generalmente sono coloro che lavorano come partita IVA a non avere a disposizione i FPN, dovendo perciò scegliere tra FPA e PIP.

1.3. Come si aderisce?

Dato che ogni dipendente può scegliere di destinare il proprio TFR a un fondo pensione oppure di lasciarlo presso il datore di lavoro, è altrettanto opportuno evidenziare che l'adesione a un fondo pensione negoziale è del tutto volontaria e può avvenire proprio perché è prevista sulla base di contratti e accordi collettivi. 

Anche i soggetti fiscalmente a carico dell'aderente (moglie, marito, figli o chiunque altro sia fiscalmente a carico) possono aderire se lo Statuto del fondo lo consente. 

Nel caso di lavoratori dipendenti del settore privato, la scelta di destinare il trattamento di fine rapporto al fondo pensione di categoria del proprio CCNL, generalmente si comunica entro 6 mesi dall'assunzione

In questo caso si tratta di un’adesione “esplicita”

Ma ricorda che, se come dipendente scegliessi inizialmente di lasciare il TFR in azienda, potrai poi, in qualsiasi momento, decidere di aderire al fondo pensione, ricompilando il relativo modulo TFR2 così da iniziare a versare i soldi del TFR maturando al fondo FPN stesso sin dal giorno successivo la tua decisione.

Presta molta attenzione alle tempistiche entro cui fare la scelta, perché nel caso non comunicassi la destinazione del TFR nei tempi previsti (ovvero 6 mesi entro la data di assunzione), l’azienda procederà automaticamente a farti aderire in modalità “tacita” al fondo pensione previsto da CCNL o accordo aziendale. 

Questo significa che, quando intraprendi un percorso lavorativo in una nuova azienda, è bene che tu sia quantomeno consapevole di dover fare una scelta. 

Meglio ancora se sai già dove fare tale scelta, così da non incorrere in un’adesione forzata verso una soluzione che, magari, non sarebbe corrisposta a ciò che avresti voluto.

In alcuni casi, è previsto anche un altro tipo di adesione che si chiama “contrattuale”. In questo caso si tratta di un versamento di un contributo annuale a totale carico del datore di lavoro.

Siccome qui ciò che viene versato è esclusivamente il contributo datoriale, questa iscrizione può trasformarsi, se il dipendente lo vuole, in adesione esplicita ed essere quindi completata col proprio contributo, quello ulteriore del datore di lavoro e col TFR maturando.

1.4. Le fonti di contribuzione previste nei Fondi di categoria

Oltre al versamento del TFR, i fondi di categoria prevedono la possibilità di sfruttare l’accordo con contributo datoriale. 

Come funziona?

Se il dipendente, ad esempio, è disposto a versare una % della propria RAL (oltre al TFR, che rappresenta, lo ricordiamo, il 6,91% della sua retribuzione annuale), il datore di lavoro è obbligato a versare un’altra % calcolata sempre sulla RAL del dipendente. Presta però attenzione che ogni CCNL stabilisce le sue percentuali e l’esatta voce di riferimento a cui applicarle (es. sulla retribuzione utile ai fini del TFR, sul minimo tabellare etc.). 

Facciamo un esempio. 

Il settore commercio/terziario prevede che, se il dipendente versa come minimo lo 0,55% della sua retribuzione, il datore di lavoro aggiunge l’1,55% rispetto alla medesima retribuzione di riferimento.

In pratica, devi vedere questo contributo datoriale come se fossero dei “soldi gratis che qualcun altro (in questo caso il tuo datore di lavoro) sta versando ogni mese nel tuo fondo pensione assieme a ciò che già tu stai accumulando di tasca tua.

In effetti, si tratta di alcune centinaia di euro in più che ogni anno possono entrare nel tuo fondo pensione e che porteresti automaticamente in deduzione senza necessità di dichiararli nel 730.

I fondi di categoria, come qualunque altro fondo, prevedono anche la possibilità di aggiungere versamenti volontari liberi che, se non trattenuti direttamente dalla busta paga ma versati tramite versamenti dal tuo conto corrente, verranno portati in deduzione l’anno successivo, in questo caso, tramite la presentazione della dichiarazione dei redditi.

Quindi, tutto quello che in aggiunta voglio mettere di tasca mia nel fondo senza che venga trattenuto direttamente dalla busta paga, dovrà essere dichiarato sul 730 dell'anno successivo.

Ricordati però che il limite annuo di deduzione complessiva è di 5.164,57€, compresi sia il contributo datoriale che i soldi che vengono eventualmente versati per le persone a carico. 

1.5. Tipi di investimento

I fondi pensione negoziali, come tutti i fondi pensione, offrono diversi comparti di investimento, ciascuno con composizione, livello di rischio, volatilità e rendimento potenziale diversi. 

La scelta del comparto può essere modificata nel tempo in base alle proprie esigenze, orizzonte temporale e propensione al rischio.

Quello che solitamente si indica è di basarsi sulla distanza che, in quanto lavoratore, ti separa dalla pensione

Quanto più sei vicino all’età pensionabile, tanto più ha senso essere prudente, in modo da consolidare tutti i soldi che nel tempo hai accumulato nel fondo pensione, senza correre il rischio di vederseli ridurre a causa di oscillazioni del mercato.

Quanto più sei a inizio carriera e con un montante del fondo pensione ancora tutto da costruire, tanto più potrebbe essere sensato scegliere delle linee più “aggressive”, così da massimizzare i ritorni sui soldi investiti che pian piano stai mettendo da parte.

1.6. I costi

Durante la fase di accumulo (ovvero tutto il periodo in cui, in quanto lavoratore, verserai soldi nel fondo pensione generando quello che si chiama montante), l'aderente sostiene costi per l'amministrazione e la gestione del patrimonio del fondo pensione che, generalmente, sono trattenuti direttamente dai versamenti e prelevati dal patrimonio investito. 

I costi dei fondi pensione rappresentano un mondo complesso, per questo vorremmo anzitutto soffermarci sull’importanza dell'Indicatore Sintetico dei Costi (ISC), utile per valutare l'impatto dei costi sulla posizione maturata ogni anno. 

Esso è un indicatore che ti dirà, per ciascun comparto di ciascun fondo pensione, qual è l’impatto che i costi di quello stesso fondo avranno sui tuoi rendimenti. Tanto più alto è il numero e tanto più quei costi incideranno maggiormente.

Ovviamente, al fine di istituire questo indice, era necessario trovare dei parametri standard da usare per individuare l'incidenza dei costi di tutti i fondi pensione. Proprio per questo tutti i calcoli fa riferimento a un versamento contributivo annuo fisso di 2.500 euro e un ipotetico tasso di rendimento annuo del 4%.

Siccome queste condizioni sono, nella pratica, molto difficili da ricreare costantemente ogni anno, ti suggeriamo non solo di guardare l’ISC, ma anche di prestare attenzione alla scheda costi dettagliata presente sul sito web del fondo pensione specifico così da conoscere le voci di costo e gli importi corrispondenti che vengono applicati. 

Ricorda che i fondi negoziali sono enti senza scopo di lucro e, solitamente, hanno i costi più bassi nel mercato della previdenza complementare (rispetto a FPA e PIP). 

Inoltre, per qualsiasi necessità o richiesta di supporto, avrai solitamente a disposizione un email e un call center di riferimento così da richiedere spiegazioni direttamente a chi lavora per quel fondo pensione.

1.7. Cosa faccio se cambio categoria professionale?

Dal momento che i fondi di categoria sono legati all’appartenenza dell’aderente a quella specifica categoria, è fondamentale sapere che, se cambiando lavoro, si cambia anche CCNL o categoria professionale, potrebbe non essere più possibile usare il precedente fondo di categoria per perdita dei requisiti di partecipazione a quel fondo stesso. 

In questo caso ti basterà aprire un nuovo fondo pensione, utilizzabile nella nuova categoria professionale e potrai scegliere se trasferire o meno i soldi del primo fondo nel secondo. 

Il trasferimento della posizione individuale a un'altra forma pensionistica complementare è possibile, infatti, dopo due anni dall'adesione al primo fondo o in caso di perdita dei requisiti di partecipazione al fondo pensionistico.

Trasferendo i soldi da un fondo all’altro o mantenendo aperti sia il primo che il secondo fondo, avrai comunque un enorme vantaggio: non perderai la data di adesione

Questo significa che al fine dei futuri calcoli relativi ai soldi che il fondo ti ridarà indietro una volta andato in pensione, la data di prima adesione resterà sempre attiva e valida, anche se avrai cambiato categoria di CCNL.

Infatti, l’unico modo per perdere quella data è che tu decida di chiudere definitivamente la posizione che avevi sul primo fondo pensione (senza quindi neanche il trasferimento dei soldi al secondo fondo). 

2. Fondi pensione aperti (FPA)

I fondi pensione aperti, come suggerisce la definizione, sono fondi accessibili a tutti, consentendo quindi l'adesione a chiunque desideri costituire una pensione integrativa, indipendentemente dalla propria situazione lavorativa

Questi fondi sono sempre regolamentati e vigilati dalla COVIP e possono essere istituiti da diversi enti come banche, compagnie assicurative, società di gestione del risparmio e società di intermediazione mobiliare.

2.1. Chi può aderire ai Fondi aperti?

L’adesione è aperta a qualunque tipologia di lavoratore, compresi i lavoratori autonomi, i liberi professionisti, i dipendenti del settore privato e i dipendenti pubblici, anche se questi ultimi hanno una limitazione per quanto riguarda il versamento del TFR in forme pensionistiche non negoziali.

2.2. Come si aderisce?

L’adesione a un FPA può avvenire su base “individuale” per chiunque oppure, nel caso di dipendenti del settore privato, anche su base “collettiva”

Questa adesione avverrà secondo le disposizioni dei contratti collettivi di lavoro o degli accordi aziendali.

L’adesione su base collettiva può anche avvenire in maniera tacita, ma è sempre regolata da ciò che è previsto dai contratti collettivi di lavoro, dagli accordi o dai regolamenti aziendali. 

Ne consegue che i lavoratori del settore pubblico, gli autonomi e i liberi professionisti possono aderire ai fondi aperti esclusivamente su base individuale.

2.3. Le fonti di contribuzione previste nei Fondi pensione aperti

Nel Fondo pensione aperto chiunque può versare contributi volontari liberi sfruttando il beneficio fiscale della deduzione fino a 5164,57€, come previsto dal decreto legislativo 252/2005.

I dipendenti del settore privato possono anche aderire a un fondo pensione aperto con il TFR maturando e possono chiedere al datore di aggiungere le percentuali previste dal CCNL, grazie ad accordi individuali o collettivi.

2.4. L’accordo contributo datoriale nel FPA 

Il Fondo pensione aperto, dal momento che prevede la possibilità di adesione collettiva, può essere utilizzato dalla singola azienda per dare ai propri dipendenti un’alternativa al fondo di categoria.

In pratica, se la tua azienda stipula un accordo con un fondo pensione aperto e tu chiedi di versare il tuo TFR in quel fondo, il datore di lavoro si può impegnare ad aggiungere la percentuale di accordo datoriale prevista dal tuo CCNL a fronte del versamento minimo prelevato dalla tua retribuzione, esattamente come nel fondo di categoria. 

 Non tutti hanno questa possibilità, infatti, i dipendenti pubblici non possono destinare il loro TFR in nessun altro fondo se non nel negoziale di riferimento previsto dal loro inquadramento.

Per loro, quindi, l’apertura di un FPA avrà senso solo se decideranno di versare soldi di tasca propria, non se lo volessero usare per destinare il TFR (opzione non consentita).

2.5. Tipi di investimento

Un aspetto cruciale è la scelta del comparto di investimento, che determina il rendimento e i rischi associati alla posizione individuale. I comparti possono variare da prudenti e talvolta garantiti a bilanciati e azionari. 

Nei FPA può essere prevista anche l’opzione d’investimento cosiddetta Lifecycle. In pratica, si delega l’ente che gestisce il fondo a modificare nel tempo la composizione del proprio investimento mano a mano che ci si avvicina al momento della pensione. 

Il criterio seguito dal gestore è sempre quello di partire con un’esposizione al rischio maggiore, quando si è più giovani e si può essere più propensi a delle posizioni con quote azionarie più alte, e arrivare a fine corsa (quindi prima della pensione) con meno volatilità possibile e una sempre minor esposizione ai mercati azionari rispetto a quelli obbligazionari, in modo da consolidare negli ultimi anni ciò che è stato ottenuto in tutti gli anni di adesione precedenti.

In alternativa, gli aderenti possono scegliere in autonomia le linee d’investimento che preferiscono e modificarle nel tempo. 

2.6. I costi

I costi rappresentano un aspetto importante da considerare, poiché influenzano la resa del fondo. 

I costi sono suddivisi tra quelli trattenuti direttamente sui versamenti (spesa di adesione al fondo e costi fissi annui) e quelli prelevati dal patrimonio investito, che variano da linea a linea.

Anche per i FPA, come per i fondi di categoria, la COVIP rende disponibile l'Indicatore Sintetico dei Costi (ISC) calcolato su 4 scenari temporali differenti (2, 5, 10 e 35 anni) e prendendo in esame tutti i compartimenti disponibili per ciascun fondo aperto. 

3. Piani Individuali Pensionistici (PIP)

I Piani Individuali Pensionistici di tipo assicurativo (PIP) sono i fondi pensione gestiti dalle imprese di assicurazione e, come FPN e FPA, sono sempre soggetti a vigilanza da parte della COVIP. 

La COVIP vigila, quindi, sulla trasparenza e la conformità dei PIP alla normativa vigente, mentre l'IVASS (Istituto di Vigilanza per le Assicurazioni) si occupa della stabilità delle imprese di assicurazione. 

I PIP hanno poi una caratteristica distintiva: sono gestiti separatamente rispetto alle gestioni economiche delle imprese di assicurazione e hanno quindi un patrimonio autonomo destinato esclusivamente al pagamento delle prestazioni pensionistiche e protetto dagli eventuali creditori dell'assicurazione. 

Quindi, siccome si parla di due gestioni separate, se la compagnia assicurativa avesse forti debiti coi creditori non intaccherebbe mai la parte di soldi destinati alle pensioni. Tali soldi sono perciò sempre protetti e tutelati, anche a fronte di un rischio di fallimento.

3.1. Chi può aderire ai PIP?

I Piani Individuali Pensionistici offrono un'opportunità di integrazione alla pensione obbligatoria (quella fornita di base dall’INPS una volta giunto alla pensione) a chiunque, senza alcuna limitazione legata allo status lavorativo dell’aderente. 

3.2. Come si aderisce?

Ai PIP si può aderire volontariamente e solo individualmente, quindi non ci sarà mai la possibilità di aderire collettivamente come per i fondi aperti.

3.3. Le fonti di contribuzione previste nei PIP

Proprio perché prevedono un‘adesione di tipo esclusivamente individuale, nei PIP è sempre possibile effettuare versamenti volontari per la deduzione fiscale e destinare il versamento del proprio TFR se si è lavoratori dipendenti del settore privato. 

Non è prevista però la possibilità di stabilire formalmente accordi tra PIP e aziende come, invece accade, per FPA e FPN. 

Per questo, il lavoratore potrà sempre chiedere al proprio datore di lavoro di versare anche il contributo datoriale nel proprio PIP, ma l’impresa, in questo caso, non sarà obbligata a farlo dal momento che, per l’appunto, non esiste alcun accordo formale. 

Se il datore di lavoro deciderà comunque di versare il contributo aggiuntivo nel PIP del dipendente, sarà una sorta di accordo privato tra azienda e lavoratore. 

3.4. Tipi di investimento

Analizzando nel dettaglio i tipi di investimento che possono proporre i Piani Individuali Pensionistici, è possibile notare che sono realizzati principalmente in due modi

  • contratti di assicurazione sulla vita di Ramo I, nei quali la rivalutazione della posizione individuale è collegata a una o più gestioni interne separate dell’impresa di assicurazione. 

Quindi, come detto prima, se la compagnia assicurativa avesse forti debiti coi creditori non intaccherebbe mai la parte di soldi destinati alle pensioni.

In questo caso, quando trovi indicata una linea di investimento con la dicitura “garantita”, sappi che si tratta di una linea che investe proprio in Gestione Separata e la cui garanzia sul capitale versato opera non solo a scadenza, ma anche in tutta la fase di accumulo. 

Insomma, la linea non è appoggiata al mercato e la tua posizione si rivaluterà ogni anno (al 31/12) in maniera composta, al netto, come sempre, di trattenuti di gestione.

Questo significa che la linea di investimento esclude la volatilità di mercato (legata a investimenti in obbligazioni e azioni) siccome utilizza moltissimi titoli di stato.

Inoltre, ogni fine anno, pagherai le tasse sulle plusvalenze, ma ciò che avrai guadagnato rimarrà all’interno del montante così da continuare a essere investito.

  • contratti di assicurazione sulla vita di Ramo III, nei quali la rivalutazione della posizione individuale è collegata al valore delle quote di uno o più fondi interni detenuti dall’impresa di assicurazione oppure al valore delle quote di OICR (organismi di investimento collettivo del risparmio). 

Insomma, in tal caso si tratta invece di un investimento a tutti gli effetti appoggiato al mercato, risentendo maggiormente della volatilità del mercato (vengono usati infatti strumenti obbligazionari e azionari).

In alcuni casi, i Piani Individuali Pensionistici possono combinare entrambe le modalità.

Anche nei PIP, quindi, è possibile scegliere tra più linee d’investimento con gradi di volatilità e rischio diversi, combinarle in % diverse e modificare la scelta attraverso uno switch di linea una volta all’anno. 

3.5. I costi

Anche in questo caso, come nei precedenti che abbiamo visto per i FPN e FPA, la COVIP mette a disposizione dei potenziali aderenti l’ISC (Indicatore Sintetico dei Costi) delle singole linee di ogni PIP. 

Spesso vedrai ISC più alti rispetto alle altre tipologie di fondo. Questo perché i PIP tendenzialmente non applicano un costo fisso annuo in fase di accumulo, bensì un costo di caricamento percentuale sul singolo versamento

Considera anche che a tua disposizione dovrebbe esserci un consulente e una struttura di customer care che giustifica un costo un po’ più oneroso rispetto ad altri fondi in cui ti relazioni solo via email e call center.

4. Regole del gioco comuni a tutti i tipi di fondo 

In qualunque tipologia di fondo, al momento del pensionamento, potrai optare per una rendita o, se il montante finale nel fondo non supera una certa soglia, decidere di vederti pagato in capitale unico la tua posizione maturata nel fondo.

Inoltre, sono previste prestazioni anche prima del pensionamento, come le anticipazioni oppure il riscatto parziale o totale del fondo, in caso di non occupazione.

Sempre prima del pensionamento, potrai richiedere la RITA (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata) per poter andare in pensione prima della data stabilita dalla previdenza obbligatoria. 

Conclusioni 

Se stai cercando il fondo pensione più adatto alle tue esigenze, è importante che tu conosca le caratteristiche e i vantaggi delle diverse tipologie di fondi disponibili:

  • I Fondi Pensione Negoziali (FPN) sono destinati a specifiche categorie di lavoratori e offrono alcuni vantaggi, quali il contributo datoriale e i costi di gestione generalmente più bassi. Sono ideali per chi appartiene a un particolare settore professionale (tipicamente definito dal CCNL) e desidera una soluzione collettiva con benefici fiscali e agevolazioni.

  • I Fondi Pensione Aperti (FPA) sono accessibili a tutti, inclusi lavoratori autonomi e liberi professionisti, e permettono una maggiore flessibilità di adesione sia individuale che collettiva, in alcuni casi con gli stessi vantaggi degli FPN. Offrono una varietà di comparti di investimento, rendendoli adatti a chi cerca una gestione più dinamica del proprio fondo pensionistico.

  • I Piani Individuali Pensionistici (PIP) sono ideali per chi desidera un approccio più personalizzato e autonomo alla pensione integrativa. Con una gestione separata e protetta rispetto alle altre attività dell'assicurazione, i PIP offrono sicurezza e una varietà di opzioni di investimento, ma con costi di gestione generalmente più alti.

Ogni tipologia di fondo pensione ha vantaggi specifici che possono essere sfruttati in base alle tue esigenze personali e professionali. 

È fondamentale valutare attentamente i costi, le opzioni di investimento e i benefici fiscali di ciascun fondo, e considerare come ogni soluzione si possa adattare al tuo orizzonte temporale e alla tua propensione al rischio.

Noi di Ciao Elsa comprendiamo l'importanza della tua sicurezza finanziaria in pensione, perciò siamo qui in prima linea per supportarti con tutte le informazioni e l'assistenza necessarie per aiutarti a scegliere il fondo pensione più adatto alla tua condizione lavorativa attuale o che hai in mente di cambiare.