
I fondi pensione sono strumenti di investimento con una finalità ben precisa: costruire, nel corso della vita lavorativa, una pensione integrativa che si affianchi a quella pubblica.
Questo, però, non significa che sia necessario restare sempre iscritti allo stesso fondo fino al momento del pensionamento. Al contrario, la normativa di riferimento (D.Lgs. 252/2005) prevede chiaramente la possibilità di trasferire la propria posizione individuale da un fondo pensione ad un altro.
Si tratta di una facoltà che riflette un principio fondamentale: la previdenza complementare accompagna la persona lungo il tempo, ma non la lega in modo permanente a una singola forma pensionistica.
Il fenomeno è tutt’altro che marginale. Nel solo 2024, i trasferimenti tra fondi pensione sono stati oltre 117.000, per un valore complessivo superiore ai 430 milioni di euro (dati della Relazione Covip per l’anno 2024).
Nella nostra guida su come trasferire il fondo pensione abbiamo illustrato tempi, costi e particolarità da tenere a mente sul trasferimento tra diverse forme pensionistiche.
In questo articolo, invece, vedremo nel dettaglio quali sono i passaggi operativi da seguire per completare il trasferimento e alcuni consigli pratici per gestirlo al meglio.
Primo passo: scegliere il nuovo fondo pensione
Il trasferimento di un fondo pensione consiste nello spostamento integrale della posizione maturata da un fondo a un altro. In altre parole, il capitale accumulato viene trasferito verso una nuova forma di previdenza complementare scelta dall’aderente.
Il primo passo è quindi proprio quello di scegliere il fondo pensione di destinazione.
In Italia non esistono limiti al numero di fondi pensione a cui si può aderire: è possibile, quindi, averne più di uno. Si può, dunque, decidere di trasferire la propria posizione in un secondo fondo già attivo intestato alla stessa persona oppure aprirne uno nuovo.
Se non si è ancora iscritti al fondo di destinazione, occorre procedere con la nuova iscrizione, compilando e inviando il relativo modulo di adesione.
A questo punto, però, sorge una domanda fondamentale: come scegliere il nuovo fondo pensione e la linea di investimento più adatti al proprio profilo?
La decisione richiede una valutazione attenta di diversi elementi, tra cui:
- i costi applicati;
- le linee di investimento disponibili, che dovrebbero essere coerenti con il proprio profilo di rischio e con gli obiettivi personali;
- l’andamento storico dei rendimenti che, pur senza offrire garanzie per i risultati futuri, è utile per capire come il fondo abbia gestito nel tempo le diverse fasi di mercato.
Per orientarsi in questa scelta, è possibile utilizzare il tool "confronta e trasferisci" di Ciao Elsa, uno strumento semplice e intuitivo che consente di confrontare in pochi “click” costi, rendimenti e caratteristiche dei vari fondi. Un aiuto pratico per scegliere in modo consapevole e sereno la soluzione più adatta alle proprie esigenze previdenziali.
In questa fase, un’ultima attenzione riguarda l’adesione: nei moduli dei fondi pensione è presente una sezione in cui viene chiesto se si è già iscritti a un altro fondo. In questo caso, è necessario allegare la “Scheda costi” del fondo di provenienza, firmata in ogni pagina.
Questo documento, tuttavia, serve solo a completare la procedura di adesione al nuovo fondo e non rappresenta l’avvio formale del trasferimento della posizione maturata che, come vedremo tra poco, seguirà dopo la compilazione e l’invio del modulo denominato “Richiesta di trasferimento”.
Il modulo di richiesta di trasferimento
Certi che la posizione nel fondo pensione cedente sia attiva, è possibile procedere alla compilazione del modulo “Richiesta di trasferimento”, un documento spesso facilmente recuperabile all’interno dei siti dei singoli fondi pensione e che prevede la compilazione di alcuni campi specifici, tra cui: dati del fondo pensione al quale si desidera trasferire e le ragioni che portano a chiedere il trasferimento.
Una volta completato, il documento può essere firmato dall’iscritto e anche dall’azienda se nel fondo pensione è attivo anche il versamento del TFR: il datore di lavoro dovrà infatti indicare nel modulo alcuni dati aggiuntivi, come la data dell’ultimo contributo versato al fondo pensione.
L’invio della richiesta al fondo pensione cedente
Una volta completato in tutte le sue parti, il modulo deve essere inviato con una copia dei documenti d'identità tramite raccomandata o PEC direttamente al fondo cedente: i riferimenti sono recuperabili all’interno delle Note Informative dei fondi pensione.
Il fondo cedente, dopo aver verificato la regolarità della richiesta, provvederà a:
- richiede al fondo pensione destinatario la conferma dell’esistenza di una posizione attiva a nome dell’iscritto e, al contempo, le coordinate bancarie per procedere con il trasferimento della posizione;
- ricevuta la conferma, il fondo cedente dispone il bonifico dell’importo maturato a favore del fondo ricevente.
Tempi e costi del trasferimento
Relativamente ai tempi necessari per completare il trasferimento, la normativa prevede che i fondi pensione completino il trasferimento entro sei mesi dalla data di ricezione della richiesta. Sebbene si tratti di un termine massimo, nella pratica i tempi possono variare a seconda dei fondi coinvolti e della complessità della procedura, ma in genere l’operazione viene conclusa in pochi mesi.
Per quanto riguarda i costi, il trasferimento di un fondo pensione può essere gratuito o soggetto a un costo amministrativo, che solitamente varia tra i 10 e i 50 euro.
L’eventuale spesa è indicata nella “scheda costi” del fondo cedente, sotto la voce “trasferimento”, e viene trattenuta direttamente dall’importo trasferito.
Da segnalare che, in molti casi, i fondi pensione negoziali non applicano alcuna commissione per i trasferimenti derivati dalla “perdita dei requisiti di partecipazione” (esempio: cambio del CCNL), rendendo l’operazione completamente gratuita per l’iscritto.
La chiusura della pratica di trasferimento
Il fondo pensione cedente non si limita a predisporre il pagamento ma invia al fondo destinatario e, in copia, all’iscritto un documento riassuntivo dell’operazione e alcune informazioni necessarie per garantire la continuità con il nuovo fondo, tra cui:
- data di prima adesione a una forma pensionistica complementare: questa data rimane invariata anche in caso di trasferimento a un fondo successivo e rappresenta un elemento determinante per la tassazione finale del montante accumulato.
La normativa prevede, infatti, al raggiungimento della pensione, una tassazione agevolata sul capitale versato, che varia dal 15% al 9% in base agli anni di permanenza complessiva nel sistema. La tassazione massima è infatti del 15%, ma, a partire dal 16º anno di iscrizione, l’aliquota si riduce di 0,3% per ogni anno successivo, fino a raggiungere il minimo del 9% dopo 35 anni.
Conservare la data di prima adesione, anche dopo un trasferimento, consente dunque di non perdere gli anni già maturati ai fini della riduzione d’imposta, garantendo un vantaggio fiscale significativo al momento della liquidazione del fondo;
- eventuali importi erogati a titolo di anticipazione e/o riscatto nel corso del tempo;
- dettaglio delle “fonti” delle contribuzioni (TFR, contributo datoriale, contributi volontari) e dei periodi nei quali sono stati fatti i versamenti;
- il valore quota della linea d’investimento alla data del disinvestimento e l’importo dei rendimenti maturati che, ricordiamo, sono già al netto della tassazione sulle plusvalenze.
Con questa ultima operazione, il fondo di origine si estingue automaticamente e l’intera posizione viene convogliata nel nuovo fondo senza l’applicazione di alcuna tassazione.
Fiscalmente, non si paga nulla né sul capitale trasferito né sui rendimenti maturati, poiché la tassazione avverrà solo al momento della liquidazione del fondo (pensione, riscatto, anticipazione). In altre parole, il trasferimento è fiscalmente neutro e non incide in alcun modo sulla posizione maturata.
Conclusioni
Spesso il trasferimento di un fondo pensione viene percepito come un’operazione complessa o difficile da affrontare. In realtà, si tratta di uno strumento prezioso per gestire la propria previdenza integrativa in modo più efficiente e consapevole, con pochi passaggi chiari.
Il trasferimento è, prima di tutto, un diritto dell’aderente e rappresenta una possibilità strategica per ottimizzare la propria posizione previdenziale, mantenendo i benefici fiscali e la data di prima adesione.
Se eseguito correttamente, consente di allineare la gestione del capitale al proprio profilo di rischio, agli obiettivi di lungo periodo e alla struttura dei costi, senza alcuna penalizzazione fiscale.
Per supportare la scelta del fondo più adatto, esistono diversi strumenti di confronto. Tra questi, il tool "confronta e trasferisci" di Ciao Elsa permette di analizzare rapidamente le caratteristiche principali dei vari fondi, confrontare rendimenti storici e costi applicati e individuare con semplicità la soluzione più coerente con le proprie esigenze previdenziali.
Provare per credere!

