Forse non sai che puoi versare denaro anche in un fondo pensione di cui non sei tu l’aderente.
Il d.Lgs 252/2005 prevede, infatti, la possibilità che tu versi in un fondo pensione non tuo e che, viceversa, qualcun altro possa versare nel tuo fondo pensione.
Questa possibilità non è limitata a pochi soggetti, magari appartenenti allo stesso nucleo familiare ma, potenzialmente, è estesa a tutti.
Cioè, volendo, tu potresti versare dei soldi dal tuo conto corrente nel fondo pensione di un tuo amico o di un tuo collega, e questi potrebbero fare lo stesso nel tuo fondo.
Solo che, in linea di massima, non avrebbe molto senso.
Ci sono dei casi, però, in cui questa possibilità non solo ha senso, ma comporta anche dei benefici.
Sto parlando del caso in cui tu decida di versare soldi tuoi nel fondo pensione di un soggetto che è fiscalmente a carico tuo.
Cos’è un soggetto fiscalmente a carico
Innanzitutto è importante sapere che un soggetto a carico è un familiare o un parente.
Ed è un familiare o un parente che dipende economicamente da te.
Quando si è soggetti fiscalmente a carico
C’è un fondamentale requisito necessario per poter essere fiscalmente e carico di qualcun altro. Lo si è, infatti, se nell’anno precedente si ha avuto un reddito annuo che non superava i 2.840,51 €.
Il limite si alza a 4.000 € nel caso di figli che abbiano un'età compresa tra i 21 ei 24 anni.
Il limite di reddito si abbassa nuovamente a 2.840,51 € per i figli con più di 24 anni di età fino al limite massimo dei 30 anni di età, oltre al quale, nel 2025, non è più possibile considerare un figlio a carico.
Nel limite del reddito previsto rientrano anche:
- il reddito di eventuali fabbricati assoggettato alla cedolare secca sulle locazioni;
- le retribuzioni corrisposte da Enti e Organismi Internazionali, Rappresentanze diplomatiche e consolari, Missioni e dalla Santa Sede;
- la quota esente dei redditi di lavoro dipendente prestato nelle zone di frontiera e in altri Paesi limitrofi in via continuativa e come oggetto esclusivo del rapporto lavorativo da soggetti residenti nel territorio dello Stato;
- il reddito d’impresa o di lavoro autonomo assoggettato a imposta sostitutiva in applicazione del regime fiscale di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità;
- il reddito d’impresa o di lavoro autonomo assoggettato ad imposta sostitutiva in applicazione del regime forfettario per gli esercenti attività d’impresa, arti o professioni.
Chi può risultare fiscalmente a carico
Vediamo ora tutti i soggetti che, posti i limiti di reddito analizzati poco fa, potrebbero essere considerati fiscalmente a tuo carico.
Innanzitutto i figli e il coniuge, ma anche altri familiari o parenti, purché conviventi, come:
- i discendenti dei figli
- i genitori (compresi quelli adottivi)
- i generi e le nuore
- il suocero e la suocera
- i fratelli e le sorelle (anche unilaterali)
- i nonni e le nonne
- il coniuge legalmente ed effettivamente separato
Nel caso, invece, di figli e coniuge non legalmente ed effettivamente separato, questi possono risultare a carico anche se non conviventi con il contribuente o se residenti all’estero.
Ora che abbiamo capito cos’è un familiare fiscalmente a carico, possiamo passare alla parte che più ci interessa, ovvero, quella che riguarda il beneficio che ottieni se versi nel fondo pensione di un familiare che è fiscalmente a carico tuo.
Deduzione fiscale
Esattamente come se versassi nel tuo fondo pensione, puoi portare in deduzione fiscale gli importi che hai versato l’anno precedente nel fondo pensione del tuo familiare a carico.
Ti basterà inserire nella dichiarazione dei redditi, allegando l’attestazione necessaria, l’importo che hai versato nel fondo pensione del tuo familiare a carico e, di conseguenza, vedrai il tuo reddito imponibile diminuire della quota versata nel fondo del tuo familiare.
Questo ti permetterà di recuperare l’aliquota IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) corrispondente a quell’importo.
L’aliquota varia in base al tuo reddito imponibile e può essere del 23%, del 35% o 43%.
Questo sgravio fiscale è possibile entro il limite massimo di deducibilità annua previsto nei fondi pensione, cioè 5164,57 €.

Il limite di 5.164,57 € non vale per singolo fondo pensione, ma per singolo soggetto pagante quindi, mettiamo caso che tu versi, quest’anno, nel tuo fondo pensione 4.000 € e 2.000 € nel fondo pensione del tuo familiare a carico.
In totale avrai versato in previdenza complementare 6.000 €, ma l’anno prossimo ne potrai dedurre 5.164,57 €.
Gli 836 € che hai versato in più oltre al limite massimo, invece, non potranno essere dedotti e non godranno di beneficio fiscale.
Modulo dei contributi non dedotti
Ecco che, per questi 836 €, potrai compilare il modulo dei contributi non dedotti, ovvero quel modulo che compilano tipicamente le partite IVA in regime forfettario poiché, per legge, essendo già agevolate fiscalmente e non essendo soggette al pagamento dell’IRPEF, non possono portare in deduzione ciò che versano nel loro fondo pensione.
In generale, questo modulo può essere compilato da chiunque versi nel fondo pensione degli importi sui quali non gode del beneficio della deduzione fiscale, qualunque sia il motivo che comporta questa limitazione.
Le partite IVA in regime forfettario sono il caso più classico, ma l’impossibilità a dedurre potrebbe succedere anche per altri motivi, banalmente per dimenticanza o, come nel caso che stiamo considerando, per aver versato complessivamente più di 5.164 €.
In questo modulo dichiari al tuo fondo pensione che quest’anno non hai dedotto alcuni importi versati l’anno precedente e devi specificare quali.
Questo modulo è importantissimo perché, se compilato e presentato al tuo fondo, ti consentirà, a chiusura del fondo, di non pagare la tassazione prevista sugli importi non dedotti.
Se chiudi il fondo pensione quando sei ormai in pensione, godi della tassazione sul versato agevolata che va da un massimo del 15% a un minimo del 9%.
Questa tassazione non varia in base ai tuoi redditi ma solo in base al tempo, cioè in base a quanti anni sei rimasto nella previdenza complementare ed è calcolata sulla data di prima adesione.
Se oggi apri il tuo primo fondo pensione e vai in pensione nei prossimi 15 anni la tua tassazione finale è la massima: il 15%.
Per ogni anno di permanenza in più oltre al 15esimo, questa tassazione diminuisce dello 0,3% all’anno, diventando così il 14,7, il 14,4, il 14,1 e avanti così finché si blocca al minimo possibile che è il 9% se resti in previdenza complementare 35 anni o più.
Se avrai fatto sapere al tuo fondo pensione quali importi non hai dedotto nel corso del tempo, a fine corsa non pagherai questa tassazione sugli importi che, appunto, non hai potuto dedurre.
Non pagherai nemmeno la tassazione fissa del 23% che è dovuta allo Stato in caso di riscatto del fondo pensione prima di essere arrivati alla pensione.
Questa possibilità è prevista per inoccupazione o per perdita del requisito minimo di partecipazione al fondo legato al CCNL.
In concreto, lo Stato ti dice: “caro aderente, ti chiedo le tasse su tutti gli importi che hanno goduto di beneficio fiscale nel corso degli anni, quindi TFR e importi dedotti ma, laddove io non ti abbia agevolato fiscalmente in corso d’opera, non chiederò le tue tasse alla fine.”
Se poi, questi importi non dedotti sono relativi al fondo pensione di un tuo familiare, sarà il tuo familiare a non pagare le tasse allo Stato in caso di riscatto o chiusura per pensionamento.
Quando si presenta il modulo dei contributi non dedotti
È sempre bene ricordarsi di presentarlo al fondo pensione entro il 31/12 dell’anno successivo rispetto all’anno in cui sono stati versati i contributi in oggetto.
Pro e Contro
Ora che ti abbiamo chiarito bene la parte normativa, passiamo ad analizzare nel dettaglio i pro e i contro del versare in un fondo pensione altrui.
Nello specifico, consideriamo il caso più frequente: il versamento da parte di un genitore nel fondo pensione del figlio minorenne.
Premessa
Pro e contro non sono assoluti e non valgono sempre e comunque per chiunque. Sono, invece, relativi alla specifica situazione personale di ognuno.
In questo articolo ne elenchiamo alcuni, in via generale, ma tutto dipenderà anche e soprattutto da cosa tu, genitore, cerchi per tuo figlio.
PRO
Vediamo anzitutto i vantaggi dell’aprire e implementare il fondo pensione per un bambino.
Data di prima adesione
Se apri un fondo pensione a tuo figlio, finché è ancora in età scolare, sei sicuro di bloccare per lui la data di prima adesione alla previdenza complementare molto presto e questo gli garantirà la tassazione più bassa possibile alla fine, ovvero quella del 9%.
Questo perché, effettivamente, la tassazione del 9% si ottiene se si apre un fondo pensione almeno 35 anni prima dell’età della pensione.
Nel caso di un bambino di 1, 3, 5, 10, ma anche 15 o 18 anni, possiamo star certi che avrà davanti a sé ben più di 35 anni prima di poter andare in pensione.
È possibile aprire un fondo pensione al proprio figlio, versando un unico importo, ad esempio, di 100, 200, 500, o 1.000 € solo per bloccare la data di adesione alla previdenza complementare.
Quest’azione basta per raggiungere questo obiettivo e non necessita di ulteriori versamenti successivi.
Se questa è la tua intenzione, però, attenzione ai costi fissi.
Se scegli di aprire il fondo pensione a tuo figlio versandoci, per esempio, 100 € iniziali e poi basta, ma scegli un fondo con costo fisso annuo di 20 €, nell’arco di 5 anni, ciò che hai versato sarà interamente trattenuto dal fondo sotto forma di costo applicato.
Deduzione
Altro vantaggio, questa volta del genitore, è quello della deduzione fiscale.
Come abbiamo visto finora, infatti, nel caso tu scelga di alimentare il fondo pensione di tuo figlio, ad esempio con un versamento mensile ricorrente di 50, 100, 200 €, oppure con un bonifico annuale di importo fisso o variabile a seconda della tua disponibilità in quell’anno, tu genitore, mamma o papà, potrai beneficiare, l’anno successivo, della deduzione fiscale sugli importi versati.
Ovviamente, più alta è la tua aliquota IRPEF massima, più il tuo ritorno fiscale sarà consistente e allettante.
Questo sempre tenendo conto di ciò che abbiamo detto poco fa, cioè che puoi dedurre al massimo 5.164,57 € all’anno complessivamente e che, se versi più di questa cifra, è bene che tu compili e presenti al fondo, l’anno successivo, il modulo dei contributi non dedotti.
Flessibilità di versamento in fase di accumulo
I fondi pensione ti consentono di versare solo se vuoi, senza vincoli o penali, e ti danno sempre la possibilità di modificare annualmente gli importi che versi.
Questo aspetto non è secondario perché, soprattutto quando si parla di accantonamento per i figli, una delle cose che preoccupa maggiormente i genitori è la possibilità che nel corso degli anni, accada qualcosa di imprevisto che non consente loro di portare a termine il piano o che impone di sospenderlo temporaneamente incorrendo, talvolta, in penalizzazioni.
Nei fondi pensione si possono fermare i versamenti volontari quando si vuole senza che questo comporti alcun problema.
Accantonamento per il futuro pensionistico del bambino
Il fatto che le anticipazioni seguano regole precise e siano limitate potrebbe, in alcuni casi, essere visto come un aspetto positivo perché, se il tuo intento è quello di risparmiare per la pensione di tuo figlio, la rigidità in uscita del fondo pensione ti permetterà di mantenere fede al tuo intento più facilmente.
In altre parole, potrebbe essere utile considerare l'accantonamento nel fondo pensione di tuo figlio come un regalo a lunghissimo termine che tuo figlio scarterà e di cui beneficerà nel momento in cui andrà in pensione.
Effettivamente è molto difficile prevedere quale sarà la situazione pensionistica che si troveranno a vivere in futuro i bambini di oggi.
C’è però da dire che già per i loro genitori la situazione sarà poco rosea e non è da escludere che peggiori ulteriormente nei decenni successivi.
CONTRO
Vediamo ora i casi in cui aprire un fondo pensione a un minorenne non è la soluzione giusta per gli obiettivi che hai tu genitore.
Rigidità in uscita
I fondi pensione sono pensati per arrivare in pensione e sostenerci in quella fase della nostra vita.
Il rischio, se si sceglie di accantonare esclusivamente in un fondo pensione per il proprio figlio, è quello di vincolare a lunghissimo termine una liquidità che, in caso di necessità, è difficilmente accessibile.
Se il tuo scopo di accantonamento è quello di pagare l’università a tuo figlio, solo per fare un esempio, la difficoltà di accesso alla liquidità dei fondi pensione, può farti optare per altre forme di accantonamento, come ad esempio un PAC (Piano Accumulo Capitale).
Con questi strumenti, l’accesso alla liquidità necessaria è molto più libero, veloce e non legato a casistiche specifiche o limitazioni.
Tassazione sulle anticipazioni
Se versi con un po’ di frequenza e di costanza, sai che dopo 10, 15 o 20 anni avrai accantonato nel fondo di tuo figlio una somma tale per cui, in caso di necessità per spese mediche, prima casa o altro, tuo figlio potrà fare richiesta di anticipazione.
Rispetto agli altri tipi di accantonamento e risparmio, però, il prelievo di liquidità dai fondi pensione comporta una tassazione.
In caso di anticipazione per spese mediche la tassazione va dal 15% al 9% ed è calcolata in base agli anni di permanenza nel fondo, invece l’anticipo per prima casa e l’anticipo del 30% per qualunque motivo sono tassati al 23%.
Questa tassazione viene applicata solo sugli importi che tu genitore avevi nel frattempo portato in deduzione.
Nel caso, invece, di importi che non hanno goduto di beneficio fiscale in fase di versamento, la tassazione sulle anticipazioni non sarà dovuta.
In questo caso la questione è che se tu genitore, nel corso del tempo, hai dedotto ciò che hai versato nel fondo di tuo figlio, la tassazione richiesta in caso di anticipazione diminuirà gli importi che tuo figlio avrà a disposizione.
Esempio
Prendiamo il caso di una 28enne a cui i genitori hanno aperto un fondo pensione nel 2007, appena è diventata operativa la legge 252/2005, versando con costanza 3.000 € all’anno.
Oggi nel suo fondo ci sono circa 50.000 € e, siccome questa ragazza ha deciso di acquistare la sua prima casa, richiede al suo fondo pensione un anticipo del 75% per questo motivo.
Può chiedere, quindi, 37.500 €.
Dal momento che i suoi genitori hanno sempre dedotto i 3.000 € all’anno che hanno versato nel suo fondo, su questi 37.500 € lei pagherà il 23% di tasse, cioè 8.625 €, e a sua disposizione rimarranno 28.875 €.