Bonus Giorgetti: via al pagamento da settembre

Dal 1° settembre parte il pagamento del cosiddetto “Bonus Giorgetti” (conosciuto inizialmente come “Bonus Maroni”): si tratta di una novità introdotta dalla Legge di Bilancio 2025, che modifica la precedente legge n. 234/2021 per offrire ai lavoratori, pubblici o privati, un’alternativa interessante.

Chi ha già maturato, entro il 31 dicembre 2025, i requisiti per andare in pensione con Quota 103 o con la pensione anticipata ordinaria può scegliere di rimanere al lavoro e, nel frattempo, ottenere un incentivo economico e fiscale.

Lo scorso giugno, con la circolare 102/2025, l’INPS ha fornito indicazioni operative su come gestire gli adempimenti previdenziali legati all’incentivo per chi sceglie di posticipare la pensione, aprendo così la strada, a partire da settembre, al riconoscimento diretto in busta paga.

Ma è tutto oro quel che luccica? Di cosa si tratta esattamente? 

Nel nostro articolo dedicato abbiamo cercato di fare chiarezza sul tema. 

Qui di seguito riprendiamo in sintesi i punti principali e offriamo alcune indicazioni pratiche su come presentare la domanda per ottenere il “bonus”.

Come funziona il “Bonus Giorgetti”

Il “Bonus Giorgetti” è  l’evoluzione del vecchio “Bonus Maroni” del 2004 che nasce per premiare chi, pur avendo già maturato i requisiti per andare in pensione anticipata, sceglie di continuare a lavorare, trasformando la decisione di restare in attività in un vantaggio economico immediato.

Con la legge di Bilancio 2025, questo bonus è stato ampliato: non riguarda più solo chi raggiunge Quota 103, ma anche chi ha i requisiti per la pensione anticipata ordinaria, includendo così un numero maggiore di lavoratori. 

Il meccanismo del bonus si basa sulla contribuzione pensionistica dei lavoratori dipendenti. Ogni anno circa un terzo dello stipendio lordo viene versato all’INPS:

  • il 9,19% a carico del lavoratore
  • il restante 23,81% è versato dal datore di lavoro 

Con il “Bonus Giorgetti”, la quota del lavoratore non viene più versata all’INPS, ma trasferita direttamente in busta paga, aumentando subito il reddito disponibile. 

Differentemente, la contribuzione del datore di lavoro continua a finanziare regolarmente la pensione. 

L’incentivo è completamente esentasse: le somme erogate non concorrono alla formazione del reddito da lavoro dipendente, garantendo un beneficio economico netto immediato

È bene considerare, tuttavia, che il mancato versamento dei contributi a carico del lavoratore ridurrà la crescita del montante contributivo del lavoratore: durante i periodi in cui si usufruisce dell’incentivo, il “conto previdenziale” sarà alimentato solo dai contributi versati dal datore di lavoro, influenzando la quota di pensione calcolata con il sistema contributivo, pur senza impattare su quella retributiva.

L’INPS ha chiarito che per accedervi è necessario attendere il completo maturarsi del diritto alla pensione, comprensivo delle cosiddette “finestre di attesa”: 

  • in caso di Quota 103
    • sette mesi per i dipendenti privati
    • nove mesi per i dipendenti pubblici 
  • per la pensione anticipata ordinaria 
    • tre mesi per tutti

Il lavoratore può rinunciare all’incentivo in qualsiasi momento; viceversa, il diritto decade se si accede a una pensione diretta, fatta eccezione per l’assegno ordinario di invalidità.

Come presentare la domanda per attivare l’incentivo

La domanda può essere presentata attraverso:

  • il portale INPS, utilizzando il servizio dedicato “Incentivo al posticipo del pensionamento: verifica delle condizioni di accesso”
  • utilizzando i servizi del Contact Center
  • l’assistenza dei patronati

L’INPS verificherà i requisiti e comunicherà l’esito entro 30 giorni; solo dopo il via libera dell’INPS il datore di lavoro potrà applicare l’esonero.

Diversa la tempistica per chi ha già inoltrato la richiesta online all’INPS: lo sgravio sarà visibile direttamente nella busta paga

  • di settembre per i dipendenti del settore privato 
  • di novembre per i lavoratori pubblici

Conclusioni

Dal punto di vista pratico, il “Bonus Giorgetti” rappresenta un vantaggio immediato: più soldi in busta paga esenti dal pagamento dell’IRPEF. 

Tuttavia, chi sceglie di posticipare il pensionamento deve considerare che, negli anni in cui usufruisce del bonus, la sua contribuzione di previdenza obbligatoria sarà inferiore a quella ordinaria. 

Il bonus offre una possibilità concreta di aumentare il reddito disponibile nel breve periodo, ma richiede una valutazione attenta degli effetti sul lungo termine, bilanciando il vantaggio immediato con l’opportunità di lavorare più a lungo senza beneficiare poi di una pensione sensibilmente più alta.

Per chi dovesse decidere di accedere al bonus, è utile sapere che in alcune situazioni è possibile destinare totalmente o parzialmente l’importo del “Bonus Giorgetti” a un fondo pensione

In questo modo, si può usufruire della deducibilità fiscale, ottenendo un risparmio immediato sulle imposte, e allo stesso tempo rafforzare la posizione previdenziale futura, compensando almeno in parte la riduzione dei contributi versati all’INPS. 

Per approfondire queste e altre opzioni in base alle proprie esigenze personali, il servizio Elsa Pensioni offre supporto per valutare le scelte più adeguate. Maggiori informazioni sono disponibili anche sul sito di Ciao Elsa.

Link utili e approfondimenti

Condividi su