Giorgetti apre alla revisione del sistema pensionistico. Verranno riscritte le regole della previdenza complementare?

Il tema pensionistico continua a occupare un posto centrale nel dibattito politico e sociale del nostro Paese. Non solo per l’impatto che ha sulla vita di milioni di cittadini, ma anche per le implicazioni economiche e finanziarie che ne derivano. 

In particolare, la previdenza integrativa si sta imponendo come uno degli snodi strategici su cui intervenire. 

E non è un caso che, tra i dossier più sensibili che il Governo sta affrontando, ci sia la necessità di riscrivere, dopo quasi vent’anni, le regole della previdenza complementare (Decreto Legislativo 252/2005).

A riaccendere i riflettori sul tema è stato il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti durante l’assemblea annuale dell’Ania (Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici), dove, da una parte ha sottolineato come la previdenza integrativa rappresenti un pilastro fondamentale del nostro sistema di welfare, accanto alla previdenza pubblica obbligatoria e, dall’altro, ha ammesso che, salvo limitati interventi, la previdenza complementare in Italia è ancora basata sul quadro normativo definito nel 2005, in un contesto molto diverso da quello attuale.

Negli ultimi mesi, anche la Ministra del Lavoro, Marina Calderone, e il Sottosegretario, Claudio Durigon, hanno espresso con chiarezza le loro posizioni sul tema. 

La Ministra ha sottolineato l’urgenza di una semplificazione normativa e di una maggiore sensibilizzazione dei cittadini, da realizzarsi attraverso campagne informative mirate. 

Il Sottosegretario, invece, ha ribadito la necessità di incentivare la previdenza complementare per scongiurare il rischio che, in futuro, gli italiani si trovino a ricevere assegni “da fame”.

Silenzio-assenso: ritorna il meccanismo automatico?

Un tentativo di accelerazione in questa direzione era già emerso nella scorsa legge di bilancio, con la proposta — poi accantonata — di reintrodurre il nuovo semestre di “silenzio-assenso” per il conferimento automatico del TFR maturando ai fondi pensione. 

La misura avrebbe riguardato tutti quei dipendenti che, entro sei mesi dall’avvio del dispositivo, non avessero espresso una volontà contraria

Si tratta di uno strumento già sperimentato nel 2006, che all’epoca contribuì a raddoppiare le adesioni alla previdenza complementare.

Tuttavia, come sottolineato in più occasioni anche da Ciao Elsa, una misura di questo tipo non può prescindere da una capillare campagna informativa e da un reale coinvolgimento consapevole dei lavoratori

In caso contrario, il rischio è di generare disinformazione, incomprensioni o addirittura opposizioni nei confronti dello strumento di previdenza complementare..

Le indiscrezioni del Ministro Giorgetti sul sistema pensionistico

Secondo le parole del Ministro Giorgetti, oggi, la previdenza complementare evidenzia ancora alcune criticità:

  • Limitata capacità di apportare capitali alle imprese italiane pur presentando margini di miglioramento.

  • Tassi di adesione ancora inferiori rispetto a quelli auspicabili, nonostante la fiscalità favorevole (nello specifico, deducibilità dei contributi e tassazione finale agevolata).

  • Rendimenti medi che, nelle linee garantite e obbligazionarie (dove sono concentrati gli iscritti ai fondi pensione), non si discostano in maniera significativa da quelli ottenuti lasciando il TFR in azienda o destinandolo all’INPS. Se hai piacere di approfondire il tema, ecco il nostro ultimo articolo dedicato: Relazione e rendimenti COVIP.

In sintesi, il Governo auspica di incentivare la partecipazione alla previdenza complementare per rispondere agli interessi dei singoli (riduzione del “pension gap”, garantendo pensioni complessive più generose) e a quelli generali, concorrendo al finanziamento e allo sviluppo del sistema Paese.

Per il Ministro, le misure per modernizzare e rendere più competitivo il sistema potrebbero essere orientate su tre direttrici, anche traendo ispirazione dalle migliori prassi internazionali:

  1. Miglioramento dei meccanismi di adesione, rendendo più semplice e automatica la partecipazione ai fondi pensione.
    Su questo fronte anche il Presidente COVIP, Mario Pepe, ha recentemente auspicato l’introduzione di nuovi dispositivi che rendano più automatica l’iscrizione ai fondi pensione, come nuove iniziative di “silenzio-assenso” o l’adesione automatica con diritto di recesso (cosiddetto "auto-enrolment").

  2. Incentivi all’aumento della contribuzione, anche senza gravare ulteriormente sulla spesa pubblica.
    Con questa affermazione, Giorgetti sembra escludere un incremento dell’attuale soglia massima di deducibilità (€ 5.164,27, agganciata ancora ai vecchi 10 milioni di lire) ma apre ad altre possibilità in fase di studio.
  1. Stimoli alla concorrenza tra operatori, favorendo soluzioni di investimento più efficienti e performanti.
    In tal senso, le interpretazioni alle parole del Ministro sono molteplici. Si va dall’ipotesi di superare l’attuale meccanismo di default che prevede il collocamento nelle linee garantite per le cosiddette “adesioni tacite”, verso l’adozione di un modello life-cycle che adatta l’esposizione al rischio in base all’età dell’iscritto, già auspicato anche dalla COVIP. Un’altra possibile direttrice riguarda l’introduzione di nuove forme di “moral suasion” (“spinte gentili”) rivolte ai fondi pensione, con l’obiettivo di incentivarli a destinare parte delle risorse gestite a strumenti legati allo sviluppo dell’economia reale italiana, seguendo l’esempio di quanto già avvenuto nel comparto del venture capital.

Il punto di vista di Ciao Elsa

I numeri registrati nella recente relazione COVIP mostrano un sistema in lenta, ma costante evoluzione. Oltre 10 milioni di lavoratori italiani hanno aderito a una forma di previdenza complementare, ma il 38,3% di tasso di partecipazione evidenzia come il potenziale di crescita sia ancora ampio, soprattutto se confrontato con gli standard europei.

La previdenza complementare non può più essere considerata un’opzione accessoria. 

È, a tutti gli effetti, un pilastro indispensabile per garantire un futuro dignitoso ai lavoratori di oggi, soprattutto ai più giovani, che dovranno affrontare un sistema pensionistico pubblico meno generoso e più condizionato dai cambiamenti demografici.

Paradossalmente, però, proprio chi avrà più bisogno di integrare la pensione pubblica (giovani e donne) è oggi meno rappresentato nel sistema della previdenza complementare.

Leggiamo quindi con favore le dichiarazioni del Ministro Giorgetti: costruire un sistema più equo, sostenibile e capace di guardare con responsabilità alle generazioni future è una sfida complessa, ma è anche un’occasione da non trascurare.

Tuttavia, per rendere davvero efficace questo strumento occorre un intervento deciso su più fronti. 

Serve una riforma capace di semplificare regole e vantaggi per l’adesione, migliorare la trasparenza delle differenti offerte presenti sul mercato e, dove possibile, ridurre i costi per aumentare la base degli iscritti. 

Insomma, i fondi pensione devono essere accessibili, comprensibili e rispondere concretamente ai bisogni previdenziali degli aderenti

Su queste basi, Ciao Elsa ha creato e messo a disposizione il Comparatore di fondi pensione: in pochi click, è possibile identificare in modo semplice e gratuito il fondo pensione più adatto al tuo profilo, senza costi nascosti. 

Al tempo stesso, è necessario investire sulla cultura previdenziale

Senza un adeguato livello di alfabetizzazione finanziaria, anche le migliori riforme rischiano di fallire. Troppi lavoratori, ancora oggi, non conoscono le potenzialità dei fondi pensione, non sanno come funzionano o semplicemente non sono messi nelle condizioni di scegliere con consapevolezza.

In tal senso, il compito di Ciao Elsa è chiaro: rendere la previdenza complementare un percorso semplice, vantaggioso e concreto per tutti

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Fai il primo passo verso una scelta più consapevole per il tuo futuro. La tua serenità previdenziale comincia da qui.

Link utili e approfondimenti

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