In questo articolo vogliamo darti tutti gli strumenti necessari per rispondere a una delle domande che più spesso ci vengono rivolte: “quanto costa un fondo pensione?”
Prima di procedere con l’analisi dei costi, ti ricordiamo che il fondo pensione è a tutti gli effetti uno strumento finanziario, che può essere istituito da banche, assicurazioni, SGR (Società di Gestione del Risparmio), SIM (Società di Intermediazione Mobiliare), imprese di investimento oppure enti senza scopo di lucro come i Fondi di Categoria.
Il fondo pensione nasce come strumento privato e facoltativo, regolamentato dal d.Lgs. 252/2005.
Il suo scopo è quello di aiutarti, un domani, a integrare la pensione pubblica dal momento che, soprattutto se andrai in pensione con il sistema contributivo, questa è destinata a essere quasi la metà del tuo ultimo stipendio.
Oggi in Italia esistono più di 100 Fondi Pensione.
Come diciamo sempre noi di Ciao Elsa, non c’è fondo bello o fondo brutto, perché i fondi pensione sono regolati dallo stesso Decreto Legislativo e quindi tra un fondo e l’altro non cambiano le regole di anticipazioni, tassazioni, riscatto, trasferimento, erogazione.
Anzi, le regole del gioco sono uguali per tutti.
Le differenze tra un fondo pensione e un altro
Alcune cose, però, cambiano da un fondo all’altro e queste variabili fanno sì che un fondo sia più indicato per te e un altro non lo sia.
Le differenze principali sono 3:
- i costi
- la gestione finanziaria e i rendimenti
- la presenza o meno di consulenza e il suo valore
Solo per quanto riguarda il versamento del TFR, c’è un’ulteriore differenza da considerare attentamente: la possibilità o meno di ottenere il contributo datoriale.
In questo articolo approfondiamo la parte relativa ai costi partendo da una premessa doverosa: tutti i fondi pensione costano.
Perché i fondi pensione non sono completamente gratuiti?
Perché i tuoi soldi vengono investiti e quindi il fondo, il gestore e il consulente, ovvero i soggetti che lavorano nella filiera del fondo pensione, devono essere remunerati per la loro attività.
Tipologie di costo dei fondi pensione
I vari fondi pensione applicano costi più o meno alti ma, in generale, i costi dei fondi si possono raggruppare in 3 tipologie:
1. I costi fissi
Rientrano in questa voce due tipi di costi:
- costo all’apertura, cioè quel costo che il fondo ti applica nel momento in cui aderisci al fondo stesso ed è una cifra fissa (es. 10-20-50 euro). Questo costo è una tantum, ovvero lo paghi quando apri il fondo e poi non lo paghi mai più. Alcuni fondi non prevedono nemmeno il costo di apertura.
- costi amministrativi annuali (es. 20, 30, 50 euro all’anno), che funzionano come un abbonamento e che devono essere pagati indipendentemente dal fatto che all’interno del fondo entrino o meno soldi. Questo tipo di costo viene prelevato ogni anno dal tuo fondo pensione, sia che tu, in quell’anno, abbia versato poco, sia che tu abbia versato tanto, sia che tu non abbia versato nulla.
In qualche Fondo Aperto, questi costi potrebbero cambiare in caso di adesione collettiva anziché individuale, diminuendo progressivamente all’aumentare del numero di adesioni in azienda.
In alternativa a questo costo fisso annuale “modello abbonamento” ci può essere la seconda tipologia di costo.
2. Il caricamento sul versato
Si tratta di una percentuale che viene trattenuta dal fondo pensione ogni volta che versi dei soldi al suo interno e per questo può risultare un po’ antipatico, siccome, a causa del caricamento, vengono investiti nel tuo fondo pensione meno soldi di quelli che effettivamente versi.
Per chiarezza, facciamo un esempio e ipotizziamo che tu versi 100 €.
Se il tuo fondo pensione ha un caricamento del 3%, allora 97 € vengono effettivamente investiti per te, mentre 3 € se li tiene in tasca il fondo.
A questo punto potresti pensare che sia molto meglio un costo annuale fisso e prevedibile, anziché un caricamento che impatta sui soldi che versi e che quindi vengono investiti.
In realtà, come in tutte le cose, ci sono pro e contro.
Se hai questa percentuale di caricamento, finché versi soldi nel tuo fondo ti viene trattenuto il 3%, ma se, per qualche motivo, non li versi, allora non avrai nessun costo sul versato.
Al contrario, se il tuo fondo pensione prevede costi fissi annuali, la cifra che abbiamo definito “abbonamento”, viene prelevata sempre e comunque.
Quindi, per fare un altro esempio pratico: se hai un fondo pensione con caricamento percentuale e versi regolarmente il TFR e/o il contributo volontario, continuerai a pagare il caricamento percentuale sul versato.
Se per qualunque motivo dovessi smettere di versare, i caricamenti potrebbero rivelarsi anche convenienti perché diventeranno un “non costo”, dal momento che il 3% di 0 è 0.
Un’altra variabile da considerare per capire se, nel tuo caso, sia meglio un costo fisso annuale o un caricamento percentuale, è la cifra che intendi versare.
Anche in questo caso, per chiarezza, facciamo un esempio e ipotizziamo di avere due fondi pensione che vengono alimentati, rispettivamente, con 2.000 € all’anno e 1.000 € all’anno.
Ora confrontiamo l’impatto di un costo fisso di 40 € all’anno o di un caricamento al 3% su entrambi i fondi.
- Fondo pensione con 2000 € di versamento annuo: il costo fisso di 40€ rappresenta il 2% della cifra versata e si rivela quindi inferiore al 3%, che invece comporterebbe un costo sul versato di 60 € (cioè il 3% di 2.000 €).
- Fondo pensione con 1.000 € di versamento annuo: in questo caso, un caricamento al 3% comporterebbe un costo di 30 €, inferiore al costo fisso di 40 € ipotizzato.
Quindi, come sempre, vanno valutati pro e contro per ogni singola situazione. E in questo caso, a fare la differenza è il modo in cui tu vuoi alimentare il tuo fondo.
3. I costi di gestione
Questo tipo di costo viene applicato da tutti i fondi pensione, senza alcuna esclusione ed è il costo che serve a remunerare la gestione finanziaria, infatti si chiama anche “trattenuto sul gestito”.
Di fatto questa è quella voce di costo che fa diventare netto l’interesse maturato quell’anno dal tuo fondo.
Ad esempio, se quest’anno il tuo fondo pensione ha registrato un incremento del 10%, tu hai guadagnato tutto questo10%?
No, perché il fondo applica il costo di gestione e alla fine dell'anno si tiene una percentuale su tutti i soldi presenti all’interno del fondo.
Ipotizziamo, per comodità, che tu abbia un fondo pensione con dentro un tot di soldi, che al primo gennaio hanno un controvalore, ad esempio, di 10.000 €.
Al 31 dicembre dello stesso anno quel fondo registra un +10% di rendimento e, quindi, ti potresti aspettare un controvalore di 11.000€.
Però, a questo valore viene applicato il trattenuto sul gestito, che ipotizziamo sia l’1%, così che il controvalore che avrai sarà di 10.890 € (cioè 11.000 € meno 1%).
Contrariamente a quanto potresti pensare, questa voce di costo viene applicata anche se il rendimento del tuo fondo è negativo.
Infatti, comunque sia andato l’investimento quest’anno, a fine anno una percentuale del controvalore del tuo fondo pensione viene trattenuta dal gestore che ha investito i tuoi soldi e che deve remunerare il lavoro fatto da lui oltre a quello fatto da chi lavora nel fondo pensione, ad esempio il tuo consulente.
Infine, questo costo non varia solo da fondo a fondo, ma anche da linea a linea.
Se il tuo fondo pensione ti mette a disposizione, ad esempio, tre linee d’investimento diverse, ogni linea avrà un trattenuto sul gestito diverso. Solitamente, più rischiose sono le linee, maggiore è la commissione di gestione.
Dove si trovano i costi dei fondi pensione
Per capire che costi applica il tuo fondo pensione, hai due strumenti a disposizione.
La scheda costi
Ogni fondo pensione ha una scheda costi, che viene pubblicata online e che puoi anche trovare nell’area riservata del tuo fondo pensione o sul sito della COVIP.
Le schede costi dei fondi pensione sono redatte tutte nello stesso modo in base alle linee guida della COVIP.
Utilizziamo come esempio le schede di un fondo pensione aperto (FPA) e di un piano individuale pensionistico (PIP), per vedere tutti i tipi di costo che abbiamo descritto prima.
PIP
Costi fissi: qui abbiamo 10 € una tantum di spese di adesione, all’apertura, e nessun costo fisso annuale.
Caricamenti: questo PIP ha un 4% di caricamento, quindi, per ogni versamento, la compagnia si trattiene il 4%
Costi di gestione: qui i costi di gestione (cioè il trattenuto sui soldi gestiti presenti all’interno del fondo) sono pari all’1,65%, percentuale che verrà quindi trattenuta ogni anno al 31/12.
FPA
Costi fissi: qui abbiamo 60 € all’adesione una tantum, più 20 € all’anno fissi.
Caricamenti: non sono previsti caricamenti percentuali sul versato
Costi di gestione: in questo caso i costi variano in base alla linea di investimento, da un minimo di 0,85% (linea obbligazionaria breve termine) a un massimo dell’1,50% (linea azionaria globale).
Ora che abbiamo compreso dove possiamo consultare i costi di ciascun fondo analizziamo il secondo indicatore che ci serve per comparare il nostro fondo e i suoi costi con eventuali altri fondi pensione.
L’ISC
C’è poi un altro strumento che puoi utilizzare per capire quanto costa il tuo fondo pensione e te lo mette a disposizione la COVIP nel suo sito alla voce “comparatore dei costi”.
La COVIP, infatti, calcola l’ISC (Indicatore Sintetico di Costo), un indicatore che mette insieme i costi medi aggregati del singolo fondo pensione.
In particolare, i costi presi in considerazione sono:
- costo di iscrizione;
- spesa annua (in cifra fissa o in percentuale sui versamenti);
- commissioni in percentuale sul patrimonio;
- costo per il trasferimento della posizione individuale, tranne per l’indicatore a 35 anni, dove vale l’ipotesi di pensionamento.
Sono esclusi i costi che hanno carattere di eccezionalità, come riscatto o anticipazione.
L’ISC viene calcolato per ogni linea d’investimento di ogni fondo pensione e per differenti periodi di permanenza nella forma previdenziale.
Nello specifico, viene calcolato l’impatto dei costi del fondo pensione a 2, 5, 10 e 35 anni.
Questo viene fatto perché alcuni costi, come il costo di iscrizione e la spesa annua in cifra fissa o in percentuale sui versamenti, hanno un impatto che diminuisce nel tempo al crescere della posizione individuale maturata.
Inoltre, in ogni scheda costi si trova anche uno schema grafico che fa capire come si posiziona quel singolo fondo pensione, a livello di ISC, rispetto agli altri fondi simili.
Riprendiamo, quindi, i due fondi presi ad esempio prima e vediamo le tabelle degli ISC di ciascuno dei due.
PIP
Questo Piano Individuale Pensionistico ha una sola linea di investimento, e qui di seguito si può vedere come scende negli anni il valore dell’ISC.
FPA
In questo caso, abbiamo varie linee d’investimento e l’ISC cambia da linea a linea.
Da queste due tabelle, oltre a notare come scende nel tempo l’ISC, possiamo anche capire l’impatto diverso di un costo fisso annuale (che avevamo visto nel fondo aperto) rispetto a un costo di caricamento (che c’era nel PIP).
Il caricamento ha sicuramente bisogno di “più tempo” per recuperare grazie ai rendimenti.
Sempre relativamente a questi 2 fondi, ti mostriamo il grafico di posizionamento dell’ISC rispetto ad analoghe linee di investimento e a diverse tipologie di fondi pensione.
PIP
Questo PIP, nello specifico, si posiziona nella fascia medio alta degli ISC rispetto ai comparti garantiti delle altre tipologie di fondi pensione.
FPA
In questo caso le linee sono 5 e possiamo subito notare come l’ISC di questo fondo aperto sia piuttosto in linea con gli ISC degli altri comparti analoghi di fondi pensione aperti.
Bene, a questo punto potresti pensare che, una volta trovato l’ISC più basso, avrai anche trovato il fondo migliore per te.
Ecco, qui dobbiamo sfatare un mito perché non è detto che il fondo con l’ISC più basso sia quello più indicato per te, nè quello che ti darà risultati migliori nel lungo periodo.
Infatti, l’ISC non è personalizzato per la tua situazione, ma è un indicatore generico.
È una media costruita a partire da dati aggregati che si basano su delle premesse costanti:
- un versamento medio e costante di 2.500 € all'anno;
- un rendimento medio netto del 4%.
Ma, nella realtà, queste due costanti non esistono e sono, invece, due variabili.
Non è detto, infatti, che ogni anno verserai 2.500 € e il tuo fondo avrà un rendimento netto del 4%.
Prendiamo, ad esempio, un fondo in cui non versi più per qualche anno perché, per un periodo, non lavori o non hai un risparmio sufficiente da investire nel fondo pensione.
In questo caso, se il tuo fondo presenta dei costi fissi annuali, anche se ha un ISC bassissimo, dovrai stare comunque attento all’erosione del tuo capitale.
Prendiamo ora ad esempio un versamento costante di 500 € all’anno nel tuo fondo pensione.
Anche in questo caso, come abbiamo visto prima analizzando l’impatto dei costi fissi e dei costi di caricamento percentuale, probabilmente il fondo con il costo fisso sarà comunque più costoso di un fondo con caricamento percentuale.
Se scegli solo in base all’ISC che viene calcolato su un versamento di 2.500 € all’anno, ti ritroverai con un fondo pensione con ISC basso che però, nel tuo caso, sarà paradossalmente più costoso di quello che aveva l’ISC più alto.
Il comparatore di Fondi Pensione di Ciao Elsa
Poter personalizzare la propria comparazione è uno dei motivi che ci ha spinto a creare il comparatore di fondi pensione di Ciao Elsa.
Lo trovi in homepage del nostro sito, è completamente gratuito e puoi utilizzarlo quando vuoi.
Il nostro comparatore ti consente di avere un’analisi imparziale e gratuita dei fondi pensione sulla base dei dati che inserisci tu e anche sulla base dei dati ufficiali e pubblici relativi a costi e rendimenti storici di ogni fondo che ci mette a disposizione la COVIP.
Quindi è uno strumento personalizzato che ti offre una lista di fondi pensione organizzata a partire dalle tue caratteristiche di età, inquadramento lavorativo e situazione reddituale.
Se sei un lavoratore dipendente, inoltre, il comparatore di Ciao Elsa ti mette a disposizione il calcolo del tuo TFR annuo e l’ammontare del contributo datoriale, calcolato in base al tuo CCNL.
Veniamo adesso alla parte che ci interessa analizzare in questo articolo sui costi dei fondi pensione.
Ipotizziamo che tu abbia 30 anni, 35.000 € di RAL e che tu sia un lavoratore dipendente del CCNL Commercio.
Se effettui una comparazione con il comparatore di Ciao Elsa, questa comparazione avviene in automatico nelle linee azionarie dei fondi pensione perché hai ancora tanti anni di lavoro davanti prima della pensione.
Non preoccuparti, se non vuoi la linea azionaria, ti basta andare sul tasto “filtri” e scegliere il tipo di linea che preferisci.
Vedrai, ovviamente, cambiare la lista di fondi.
Ma ipotizziamo che ti vada bene proseguire la comparazione in linea azionaria e che, a questo punto, il nostro comparatore ti metta a disposizione una lista di 47 fondi.
Scorrendola, vedrai che il comparatore ipotizza che tu abbia cominciato a versare 10 anni fa gli importi che stai valutando di versare oggi.
Quindi trovi l’indicazione di quanto sarebbe oggi il versato complessivo, meno i costi fissi o caricamenti percentuali, più il rendimento medio annuo degli ultimi 10 anni realizzato dalla linea e quantificato in Euro.
Questi rendimenti sono già al netto del costo di gestione applicato dal fondo pensione alla linea di’investimento e sono anche al netto della tassazione che ogni anno si deve allo stato sulle plusvalenze del 20% su azioni e obbligazioni e del 12,5% sui titoli di stato.
La classifica, quindi, parte dal fondo in cui oggi ci sarebbe di più se tu l’avessi scelto 10 anni fa e prosegue fino ad arrivare a quello in cui oggi ci sarebbe di meno.
Se apri la tendina “mostra dettagli”, trovi l’elenco dei costi di ogni fondo pensione che è rientrato nella comparazione.
Accanto all’elenco dei costi, trovi i calcoli che il nostro comparatore ha fatto a partire dal versato, togliendo i costi e aggiungendo gli interessi netti.
Qui di seguito ti mostriamo due fondi pensione e relativi dettagli, così come li puoi trovare nel nostro comparatore.
In questo esempio abbiamo simulato un versamento di TFR (RAL 35.000 €) + 100 € al mese.
Esempio FPA
Come vedi, questo fondo non ha costi di adesione e ha un costo fisso all’anno di 20 €.
Quindi, dal versato complessivo di questi dieci anni, il nostro comparatore toglie 200 € di costi fissi. Poi aggiunge gli interessi al netto del costo di gestione, in questo fondo 1,4% e al netto anche della tassazione sulle plusvalenze, restituendoti un risultato di quanti soldi ci sarebbero ora in questo fondo se avessi cominciato a investirci 10 anni fa.
Esempio PIP
Nel caso di questo PIP, se avessi versato lo stesso capitale che hai versato nel Fondo Aperto, non avresti sostenuto spese di adesione e neanche costi annui.
Avresti invece pagato al tuo fondo il 3% su ogni versamento effettuato nei dieci anni, quindi il comparatore di Ciao Elsa calcola di preciso l’importo corrispondente a questo 3% e ti dice che avresti speso 1.085,55 € in dieci anni.
Il caso di Allianz Insieme
Se procedi alla comparazione in linea azionaria, il primo fondo pensione della lista (a parte quello di categoria del tuo CCNL se hai chiesto che venisse posizionato in cima) sarà Allianz Insieme.
Questo fondo è uno dei Fondi Pensione Aperti che puoi sottoscrivere direttamente tramite il nostro comparatore, gli altri, ad oggi, sono Allianz Previdenza, Generali Global e Groupama Programma Open.
Questi quattro fondi aperti, infatti, sono affiancati da un tasto verde in cui vedi scritto “Apri il fondo con Elsa”. Se clicchi questo pulsante puoi cominciare la procedura di adesione.
Una domanda che ci è stata posta spesso è: come mai il primo fondo che esce nella lista è proprio un fondo a cui si può aderire tramite noi?
La comparazione è davvero imparziale, o è stata costruita per ottenere questo risultato?
Prima di rispondere a questa domanda, ci teniamo a spiegarti che Allianz Insieme è, ad oggi, il primo fondo della lista se esegui la comparazione con la linea azionaria. Se effettui la comparazione in linea bilanciata, obbligazionaria mista, obbligazionaria pura o garantita, Allianz Insieme non è più in cima alla lista.
I motivi per cui, invece, è primo nella linea azionaria sono essenzialmente due:
- I rendimenti storici di questa linea, negli ultimi 10 anni, sono stati decisamente superiori rispetto alla media dei rendimenti delle linee azionarie degli altri fondi. Il rendimento medio annuo netto della linea azionaria di Allianz Insieme, infatti, è stato il 6,69% negli ultimi 10 anni e questo dato puoi verificarlo ufficialmente nella pagina dedicata ai rendimenti storici dei fondi pensione che trovi nel sito della COVIP. Il rendimento di Allianz Insieme linea azionaria non è stato il più alto in assoluto. Il motivo per cui è in cima alla lista oggi è che, oltre ad aver avuto rendimenti molto alti rispetto alla media, ha una politica di costo particolare.
- Allianz Insieme, infatti è un fondo aperto pensato principalmente per le adesioni collettive in aziende molto grandi e con molti dipendenti. Per questo non ha costi di adesione, non ha costi fissi annui (a meno che non si opti per l’opzione life-cycle che costa 30 Euro all’anno), non ha caricamenti percentuali sul versato e ha una commissione di gestione dello 0,8%. Allianz Insieme e Amundi Seconda Pensione sono, ad oggi, gli unici due fondi non di categoria che hanno una commissione di gestione nella linea azionaria sotto l’1%.