La pensione per i lavoratori precoci: chi coinvolge e come funziona

Tra le molte forme di pensione anticipata previste dal nostro ordinamento, una delle più particolari è quella dedicata ai cosiddetti lavoratori precoci. Si tratta di persone che hanno iniziato a lavorare molto giovani, spesso già da adolescenti.

L’obiettivo è offrire un’uscita anticipata dal lavoro a chi, avendo iniziato prima degli altri, ha alle spalle una lunga carriera contributiva e magari anche un lavoro faticoso o situazioni personali complesse. 

Segnaliamo che abbiamo recentemente pubblicato un articolo di approfondimento sull’attuale bozza alla legge di bilancio 2026, poiché contiene alcune utili prospettive sull’evoluzione dei requisiti d’accesso per i lavoratori precoci.

Detto questo, vediamo quindi in modo chiaro e completo cos’è la pensione per i lavoratori precoci, chi può richiederla, come funziona la procedura e quali sono le scadenze da rispettare.

Chi sono i lavoratori precoci

Per definizione, i lavoratori precoci sono coloro che possono dimostrare almeno 12 mesi di contributi effettivi, quindi concretamente versati all’ente previdenziale di riferimento, prima del compimento dei 19 anni

Non sono dunque considerati i cosiddetti “contributi figurativi”, cioè i periodi accreditati gratuitamente dall'INPS per specifici eventi come malattia, maternità, congedi parentali o servizio militare a cui tuttavia non corrispondono contributi versati dal lavoratore e dal datore di lavoro.

Questo requisito serve a identificare chi è entrato molto presto nel mondo del lavoro e ha, quindi, accumulato un lungo periodo di contribuzione. Tuttavia, non basta “aver iniziato presto” per ottenere questa forma di pensione anticipata: occorre anche trovarsi in determinate condizioni personali o lavorative previste dalla legge. 

Vediamole insieme.

Primo requisito: 41 anni di contributi

Il primo requisito per accedere alla pensione dei lavoratori precoci è quello contributivo: serve aver maturato almeno 41 anni di contribuzione complessiva.

Facciamo quindi un confronto con gli attuali requisiti previsti per l’accesso alla cosiddetta pensione anticipata, una delle misure strutturali introdotte dalla Riforma Fornero. Anche in questo caso, l’età anagrafica non costituisce un vincolo, mentre è richiesto un determinato numero minimo di contributi:

  • 41 anni e 10 mesi per le donne;
  • 42 anni e 10 mesi per gli uomini.

Prendiamo come esempio una lavoratrice: oggi, accedendo alla pensione anticipata per i lavoratori precoci, potrebbe lasciare il mondo del lavoro con 10 mesi di anticipo rispetto alla pensione anticipata prevista dalla Fornero. Per un lavoratore uomo, invece, il vantaggio sarebbe ancora più significativo, con un anticipo di 1 anno e 10 mesi.

È importante ricordare, tuttavia, che questo rappresenta solo il primo requisito e che la misura è di natura temporanea: potrà quindi essere modificata o sospesa in base a quanto stabilirà la prossima legge di bilancio.

Cosa utile da sapere è, inoltre, che la contribuzione può essere raggiunta anche cumulando diversi periodi assicurativi, grazie alla legge n. 228 del 2012. Ciò significa che chi ha versato contributi in più gestioni  previdenziali può sommarli per raggiungere i 41 anni, senza doverli necessariamente ricongiungere con costi aggiuntivi. 

Immaginiamo, ad esempio, il caso di un lavoratore che ha iniziato molto presto la propria carriera come dipendente, versando i contributi al Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti INPS, e che in seguito ha intrapreso un’attività da libero professionista, iscrivendosi alla Gestione Separata INPS.

In una situazione come questa, grazie allo strumento del cumulo contributivo, è possibile sommare gratuitamente i periodi maturati presso le diverse gestioni previdenziali, al fine di raggiungere il requisito richiesto per accedere alla pensione anticipata per i lavoratori precoci.

A chi è rivolta: le categorie tutelate

Oltre ai requisiti finora illustrati, la pensione per i lavoratori precoci è riservata a coloro che si trovano in una delle seguenti condizioni personali e/o lavorative. Le situazioni riconosciute dalla legge sono cinque.

1. Disoccupati di lunga data

Rientrano in questa categoria i lavoratori che hanno perso il lavoro per:

  • licenziamento (anche collettivo)
  • dimissioni per giusta causa
  • risoluzione consensuale, nota anche come licenziamento concordato (modalità di cessazione del rapporto di lavoro che si verifica quando datore di lavoro e dipendente decidono insieme, di comune accordo, di porre fine al contratto nel rispetto di quanto previsto dall’art. 7 della legge n. 604/1966). 

Per poter accedere alla pensione, è necessario aver terminato integralmente la prestazione di disoccupazione (NASpI o altra forma) da almeno tre mesi. In altre parole, non basta essere disoccupati: occorre esserlo da molto tempo e aver esaurito ogni forma di sussidio.

2. Invalidi civili 

Possono accedere anche i lavoratori che hanno ottenuto il riconoscimento di un'invalidità civile pari o superiore al 74%, accertata dalle competenti commissioni mediche. 

Per avviare il processo di accertamento dello stato di invalidità civile è necessario:

  • recarsi da un medico certificatore;
  • chiedere il rilascio del certificato medico introduttivo che sarà automaticamente inoltrato all’INPS.

Per maggiori informazioni, fare riferimento al sito INPS.

3. Caregiver familiari

Una categoria particolarmente significativa è quella dei caregiver, cioè di chi si prende cura di familiari con gravi disabilità.

Possono richiedere la pensione anticipata per i lavoratori precoci coloro che, al momento della domanda e da almeno sei mesi, assistono:

  • il coniuge o un parente di primo grado (genitori, figli) convivente con handicap grave;
  • un parente o affine di secondo grado convivente (nipoti, fratelli/sorelle) con handicap grave ma solo se i genitori o il coniuge della persona disabile hanno più di 70 anni e sono affetti da patologie invalidanti oppure sono deceduti/mancanti.

Se, ad esempio, una lavoratrice che ha iniziato a lavorare molto presto e oggi ha almeno 41 anni di contributi si prende cura di un genitore convivente con handicap grave, può rientrare tra i soggetti che hanno diritto di presentare domanda per la pensione anticipata destinata ai lavoratori precoci.

4. Addetti a lavori usuranti

Rientrano in questa categoria coloro che hanno svolto attività particolarmente faticose e pesanti, come definite dal D.Lgs 67/2011; si tratta, ad esempio, di:

  • lavoratori notturni
  • addetti alla catena di montaggio
  • conducenti di veicoli adibiti al trasporto collettivo con almeno nove posti
  • operai impiegati in attività ad elevato rischio fisico o ambientale.

Al momento della richiesta, l’interessato deve aver svolto attività usuranti:

  • per almeno sette anni negli ultimi dieci anni di lavoro;
  • per almeno metà della vita lavorativa complessiva.

In questo caso possiamo ipotizzare un lavoratore che ha iniziato la propria attività molto giovane e che, per almeno metà della carriera, ha svolto mansioni gravose, ad esempio come addetto alla catena di montaggio o autista del trasporto pubblico. In una situazione di questo tipo, il lavoratore può richiedere l’accesso alla pensione anticipata per i lavoratori precoci se conta almeno 41 anni di contributi complessivi. 

5. Mansioni gravose 

Infine, la legge individua un elenco più ampio di professioni considerate “gravose”, per le quali è previsto lo stesso beneficio.

Rientrano tra queste:

  • operai dell’edilizia e della manutenzione degli edifici;
  • conduttori di gru e macchinari per perforazione;
  • conciatori di pelli e pellicce;
  • conduttori di convogli ferroviari e mezzi pesanti;
  • infermieri e ostetriche con lavoro su turni;
  • addetti all’assistenza di persone non autosufficienti;
  • insegnanti della scuola dell’infanzia ed educatori di asili nido;
  • facchini e addetti allo spostamento merci;
  • personale addetto alle pulizie;
  • operatori ecologici e raccoglitori di rifiuti;
  • operai agricoli, pescatori, lavoratori siderurgici e del vetro addetti a lavori ad alte temperature;
  • marittimi e personale viaggiante dei trasporti marittimi o fluviali.

Per queste categorie è necessario aver svolto il lavoro gravoso per almeno sette anni negli ultimi dieci, oppure per almeno sei anni negli ultimi sette.

Immaginiamo un lavoratore che abbia iniziato la propria attività lavorativa a 16 anni e che, negli ultimi sei anni di carriera, abbia svolto una delle mansioni considerate gravose: in questo caso può presentare domanda per la pensione anticipata riservata ai lavoratori precoci.

Come si accede al beneficio

La pensione per i lavoratori precoci non viene riconosciuta automaticamente. Serve infatti presentare due domande separate e rispettare precise scadenze.

  1. Domanda di riconoscimento del beneficio: deve essere presentata all’INPS entro il 1° marzo di ogni anno. In questa fase, il lavoratore chiede di essere riconosciuto come “precoce” e di appartenere a una delle categorie tutelate. L’Istituto verifica la sussistenza dei requisiti e la disponibilità delle risorse finanziarie, poiché si tratta di una misura con copertura economica annuale. Ciò significa che, in caso di un numero elevato di domande, alcuni lavoratori in possesso di tutti i requisiti potrebbero non ottenere l’accesso alla pensione anticipata per i lavoratori precoci, a causa dell’insufficienza dei fondi stanziati per quell’anno.

  2. Domanda di pensione anticipata: solo dopo l’esito positivo della prima domanda è possibile presentare quella di pensione vera e propria, sempre all’INPS.
    Questo passaggio consente di attivare l’erogazione del trattamento economico.

Le due fasi sono quindi complementari: la prima serve a ottenere il riconoscimento del diritto, la seconda a farlo valere concretamente.

Come presentare la domanda

La procedura è interamente telematica. Il lavoratore può presentare la domanda di riconoscimento o di pensione:

  • direttamente sul sito dell’INPS, utilizzando le proprie credenziali SPID, CIE (carta identità digitale o CNS (carta Nazionale dei Servizi);
  • tramite il Contact Center dedicato
  • oppure rivolgendosi a un patronato o a un intermediario abilitato, che può gestire l’intera pratica online per conto del lavoratore.

In sintesi

Per chi ritiene di poter rientrare nella platea dei lavoratori precoci, il primo passo è verificare attentamente la propria posizione contributiva. In particolare, occorre accertare:

  • di aver maturato almeno un anno di contributi effettivi (non figurativi) prima del compimento dei 19 anni d’età;
  • di poter contare su almeno 41 anni di contribuzione complessiva.

Inoltre, è necessario rientrare in una delle situazioni previste dalla legge, tra cui:

  • essere disoccupati e aver terminato da almeno tre mesi la fruizione delle prestazioni di disoccupazione (NASpI o altre forme);
  • avere una invalidità civile riconosciuta superiore al 74%;
  • assistere un familiare convivente di primo o secondo grado con handicap grave;
  • aver svolto un’attività considerata gravosa o usurante per un periodo specifico individuato dalla normativa.

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