Pensione medici e odontoiatri con Enpam e INPS: quota A e B, riscatto laurea e tabelle per il calcolo pensionistico

Tra le categorie professionali per cui il sistema previdenziale risulta particolarmente articolato, quella dei medici e degli odontoiatri occupa senza dubbio un posto di rilievo. 

Chi esercita queste professioni, oltre a svolgere un lavoro di grande impegno e di fondamentale valore sociale, si trova spesso a dover gestire una posizione contributiva “doppia” e non sempre di facile interpretazione.

La particolarità del sistema nasce dal fatto che i medici e gli odontoiatri possono essere soggetti a regimi previdenziali differenti a seconda:

  • dell’attività svolta
  • del tipo di rapporto di lavoro

In talune situazioni, i medici e gli odontoiatri devono fare riferimento solo alla Fondazione ENPAM (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri), che rappresenta l’ente previdenziale di categoria. 

In altri casi, come per i medici dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale, la previdenza è gestita principalmente dall’INPS

Va comunque ricordato che, a prescindere dal tipo di attività svolta, l’iscrizione all’Albo professionale comporta l’obbligo di versare un contributo fisso annuo all’ENPAM per ottenere un trattamento alimentato dalla “Quota A”.

Questa doppia appartenenza genera una serie di dubbi che meritano di essere chiariti. 

In questo approfondimento cercheremo di fare ordine, mettendo a confronto i due principali istituti coinvolti nella previdenza dei medici e degli odontoiatri e analizzando le possibili sinergie tra le gestioni, le opportunità di riscatto di laurea e gli strumenti che permettono di non perdere diritti pensionistici maturati in contesti diversi.

INPS - Gestione di riferimento per medici e odontoiatri dipendenti di strutture pubbliche e private

I medici e gli odontoiatri che esercitano la professione in qualità di lavoratori dipendenti, sia presso strutture sanitarie pubbliche (come ospedali e ASL) sia in ambito privato, rientrano nel sistema previdenziale gestito dall’INPS, e in particolare nella cosiddetta “Gestione Dipendenti Pubblici” o nella “Gestione Previdenza Lavoratori Dipendenti”, a seconda del datore di lavoro.

In questi casi, la contribuzione previdenziale segue le aliquote previste per il lavoro dipendente. L’onere è suddiviso tra datore di lavoro e lavoratore: 

  • nel settore pubblico: il 23,80% circa è a carico della struttura sanitaria e l’8,85% è trattenuto dallo stipendio del medico o odontoiatra come quota a proprio carico

  • nel settore privato:  il 23,81% circa è a carico della struttura privata e l’9,19% è trattenuto dallo stipendio del medico o odontoiatra come quota a proprio carico

Questo schema contributivo vale per tutti i dipendenti del settore, ma nel caso dei professionisti iscritti all’Albo dei medici e degli odontoiatri, l’appartenenza alla categoria comporta comunque ulteriori obblighi contributivi nei confronti dell’ENPAM, anche se l’attività lavorativa principale si svolge da dipendenti (vedi capitolo successivo, alla voce “Quota A”)

Inoltre, con l’introduzione della libera professione intramoenia anche i medici dipendenti sono obbligati, come i liberi professionisti “puri” (che vedremo a breve) a contribuire, per i loro emolumenti da attività libero professionale anziché all’INPS a cui sono iscritti in qualità di dipendenti, all’Enpam, nella “Quota B”.

Le uscite pensionistiche INPS

Vediamo ora quali trattamenti pensionistici è possibile ottenere in Gestione INPS:

  • Pensione di Vecchiaia. È possibile richiederla con tre requisiti: 
    • anagrafico, almeno 67 anni di età;
    • contributivo, almeno 20 anni di versamenti;
    • importo annuo della pensione maturata: deve risultare almeno pari o superiore all’assegno sociale previsto per il 2025, ovvero a € 7.002,97.
  • Pensione Anticipata ordinaria. Sono richiesti requisiti contributivi pari a:
    • 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini  
    • 41 anni e 10 mesi per le donne

Non sono invece richiesti requisiti d’età. 

  • Pensione Anticipata contributiva. Anche in questo caso, sono presenti tre condizioni:
  • almeno 20 anni di contributi;
  • 64 anni di età anagrafica;
  • un importo annuo della pensione pari ad almeno tre volte l’assegno sociale (per il 2025, tale importo triplicato corrisponde a € 21.008,91).

È fondamentale sottolineare che questo trattamento è riservato ai cosiddetti “contributivi puri”, ovvero ai lavoratori che hanno iniziato a versare contributi dopo il 1° gennaio 1996 e la cui pensione è integralmente calcolata con il metodo di calcolo contributivo.

Diversamente, coloro che rientrano nel cosiddetto metodo di calcolo “misto” (sistema ibrido che calcola la pensione con il sistema retributivo, per i periodi di lavoro pre 1996, e con il sistema contributivo, per i periodi di lavoro dal 1996 in poi) non possono accedere alla pensione anticipata contributiva

Al contempo, tuttavia, è utile ricordare che in generale il sistema misto offre tassi di sostituzione migliori e quindi importi pensionistici più elevati rispetto al sistema contributivo puro, proprio perché la pensione è calcolata con una combinazione tra il più favorevole metodo retributivo e quello contributivo, a seconda dei periodi lavorativi considerati.

Queste sono le misure “strutturali” presenti nel nostro ordinamento ma se vuoi approfondire strumenti come Opzione donna, Ape Social o Quota 103, ecco il nostro approfondimento sulle manovre del governo per le pensioni nel 2025.

Fondazione Enpam -  Ente previdenziale per medici e odontoiatri 

L’Ente si articola in due grandi fondi pensionistici, ciascuno con specifiche gestioni a seconda del tipo di attività svolta: il Fondo di previdenza generale, che raccoglie i contributi di tutti gli iscritti all’Albo, indipendentemente dall’attività svolta, e il Fondo della medicina convenzionata e accreditata, riservato a chi lavora con il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) o ha un rapporto convenzionale/accreditato.

Fondo di previdenza generale: quote e contributi

In questa gestione, si versa:

  • Quota A: obbligatoria per tutti gli iscritti all’Albo, dovuta fino al compimento dei 68 anni. Su richiesta, si può continuare a versare fino ai 70 anni.

    L’importo del contributo varia in base all’età e viene aggiornato ogni anno in base all’inflazione e a una quota percentuale fissa. Per il 2025, si va da 145 euro l’anno per gli studenti fino a circa 1.960 euro annui per i lavoratori over 40. A questi si aggiunge un contributo obbligatorio per maternità, adozione e aborto pari a 95,54 euro annui.
Tabella contributi quota A - enpam medici
  • Quota B: legata all’attività libero professionale. I medici e odontoiatri che svolgono attività libero-professionale devono versare anche la Quota B, a condizione che abbiano superato un certo reddito netto (circa 5.247 euro sotto i 40 anni e 9.691 euro sopra i 40).

    Il contributo ordinario è pari al 19,5% del reddito fino a 140.000 euro. Sono previste aliquote ridotte (fino al 2%) per chi, ad esempio, è già pensionato, partecipa a corsi di formazione o ha redditi da attività intramoenia. 
tabella aliquota contributi per reddito quota B - enpam medici

Prestazioni previdenziali nel Fondo di previdenza generale - pensione di vecchiaia e anticipata

Nel Fondo di previdenza generale, oggi i modi per ottenere una pensione sono sostanzialmente due:

  • pensione ordinaria di vecchiaia: è necessario aver 
    • compiuto 68 anni 
    • avere almeno 5 anni di contributi effettivi. 

Chi opta per il sistema contributivo (meno conveniente rispetto ai più favorevoli metodi “misti” o “retributivi”) può richiedere la prestazione pensionistica a 65 anni, a condizione di aver versato almeno 20 anni di Quota A.

  • pensione anticipata (sulla sola Quota B): è accessibile dopo almeno 30 anni dalla laurea e:
    • 42 anni di contributi, senza limiti di età, oppure 
    • 35 anni di contributi e almeno 62 anni di età.

Il Fondo della medicina convenzionata e accreditata

Questo fondo riguarda i medici che operano in convenzione con il SSN: medici di famiglia, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali, medici di continuità assistenziale, di emergenza territoriale, medici fiscali.

In questo fondo, l’aliquota contributiva standard è pari al 26% dei compensi, ripartita tra medico e SSN in misura diversa a seconda della categoria.

Ad esempio, per i medici pediatri di libera scelta, il contributo versato a Enpam è suddiviso al

  • 9,375% a carico degli Istituti del Servizio Sanitario Nazionale 
  • 15,625% a carico del medico.
Tabella aliquota totale - medici enpam

Uscite pensionistiche nel Fondo della medicina convenzionata e accreditata

Gli assicurati al Fondo convenzionato possono accedere a:

  • pensione ordinaria di vecchiaia, per poterla richiedere è necessario: 
    • aver compiuto almeno 68 anni
    • la cessazione del rapporto professionale (in caso di cessazione dell’attività prima del raggiungimento del requisito anagrafico, l’iscritto deve aver maturato almeno 15 anni di anzianità contributiva utile).
  • pensione anticipata, è accessibile dopo almeno 30 anni dalla laurea e con:
    • 42 anni di contributi, senza limiti di età oppure 
    • 35 anni di contributi e almeno 62 anni di età.

Riscatto di laurea per medici e odontoiatri con ENPAM

Il riscatto di laurea è uno strumento che consente di trasformare gli anni trascorsi all’università in anni utili ai fini pensionistici

In altre parole, chi ha conseguito un titolo accademico può “riconoscere” quel periodo, anche se non stava lavorando né versava contributi, per aumentare l’importo della pensione o per anticipare le finestre di pensionamento (ma non è detto che sia sempre possibile).

Si tratta, però, di una possibilità a pagamento: per riscattare la laurea, infatti, è necessario versare un contributo all’ente previdenziale di riferimento. 

Per chi ha più gestioni, in linea generale, può scegliere presso quale ente chiedere il riscatto della laurea, ma ci sono alcune regole e limitazioni importanti da conoscere:

  • Il periodo di studi universitari può essere riscattato una sola volta, quindi non è possibile "duplicarlo" su più gestioni previdenziali. Se si è versato contributi sia all’INPS che a ENPAM, si dovrà scegliere presso quale di queste gestioni valorizzare gli anni di laurea.

  • Il riscatto deve essere “utile” a fini pensionistici, ovvero l’ente previdenziale a cui richiedi il riscatto deve considerare quel periodo valido per il calcolo della pensione.

  • Attenzione alla ricongiunzione o al cumulo. Se si prevede di andare in pensione usando il cumulo gratuito dei contributi, cioè sommando gratuitamente i periodi versati in più gestioni per ottenere un’unica pensione, potrebbe essere conveniente fare il riscatto nella gestione che, a parità di risultato, ha costi inferiori.

    Immaginiamo il caso di un medico che per 20 anni presta servizio in un ospedale pubblico con un contratto da dipendente. In questo periodo, la parte principale dei suoi contributi previdenziali viene destinata alla Gestione INPS per i Dipendenti Pubblici. Successivamente, decide di cambiare strada: lascia il posto da dipendente, apre una partita IVA e avvia l’attività in libera professione. Da quel momento in poi, i suoi contributi previdenziali (Quota B) confluiscono esclusivamente all’Enpam. In questo caso, il lavoratore potrà liberamente valutare di richiedere il riscatto di laurea all’INPS o, in alternativa, ad Enpam a seconda di dove gli convenga di più.

Prima di approfondire il costo del riscatto di laurea nelle due gestioni, sottolineiamo come sia importante in questa fase prendere in considerazione una serie di variabili:

  • Fattori calcolabili: Riscattare gli anni di studio ti manderà in pensione prima? Potrebbe essere di sì, ma non è scontato. Dipende dal tuo storico contributivo: con i simulatori INPS è possibile fare un calcolo basato sulla tua situazione personale.

  • Fattori soggettivi: anticipare la pensione di uno, due, tre anni prima, vale il costo dell'operazione oggi? Dipende dalla tua capacità di risparmio, da come gestisci le tue risorse, dai tuoi obiettivi pensionistici e di vita e dalla strategia previdenziale che vuoi seguire.

  • Fattori potenzialmente variabili e imprevedibili. Non si può sapere oggi se, come e quando cambieranno le regole del sistema pensionistico. Prevedere il futuro non è possibile, ma possiamo ragionare sulle norme e sui costi attualmente in vigore.

Quanto costa riscattare la laurea per i medici: differenze tra INPS e Enpam

Il costo del riscatto varia a seconda dell’ente e del metodo applicato (ordinario o agevolato).

Vediamo come.

Riscatto in Enpam

In Enpam, vi sono condizioni diverse a seconda che un associato sia tenuto al solo versamento della “Quota A” (dipendenti pubblici e privati) o, diversamente, al versamento di entrambe le quote “A” e “B” (liberi professionisti) o al Fondo della medicina convenzionata e accreditata.

Nel primo caso (Quota A), una recente novità ha introdotto il riscatto agevolato, con un costo fisso per ciascun anno, pari a quattro volte il contributo dovuto dagli iscritti ultraquarantenni. Il riscatto può coprire fino a sei anni, al costo di 7.846,24 euro per anno da riscattare nel 2025, interamente deducibili fiscalmente (recupero IRPEF dal 23% al 43%). Il pagamento può essere anche rateizzato fino a 9 anni, a seconda del numero di anni riscattati.

Per accedere al riscatto di Quota A, è necessario optare per il calcolo contributivo sulla gestione e avere almeno 10 anni di anzianità contributiva in Quota A.

Questa misura potrebbe rivelarsi particolarmente vantaggiosa per i medici dipendenti, inclusi quelli che hanno iniziato prima del 1996, grazie alla possibilità di cumulare i periodi contributivi maturati in Enpam con quelli INPS e anticipare il pensionamento

Da valutare, tuttavia, quale impatto si avrebbe sull’importo pensionistico finale con il passaggio integrale al metodo di calcolo contributivo.  

Cosa particolarmente importante da sapere è che il riscatto ha valore solo per Quota A: chi intende aumentare l’anzianità nelle altre gestioni Enpam (Quota B o fondo della medicina convenzionata e accreditata) dovrà valutare il riscatto ordinario. 

Il riscatto ordinario prevede, infatti, il pagamento di un costo basato sulla cosiddetta riserva matematica che è determinata da due elementi:

  • La maggiore quota di pensione che si otterrà grazie al riscatto (cioè: quanto aumenta la tua pensione riscattando quel periodo).
  • Un coefficiente di capitalizzazione, che tiene conto di variabili come il sesso, l’età e l’anzianità contributiva già maturata.

Tendenzialmente il costo è medio-alto e il calcolo preciso, caso per caso, dev’essere richiesto direttamente ad ENPAM. Per maggiori infomazioni, la previdenza della fondazione Enpam

Riscatto nell’INPS

Per il riscatto degli anni di laurea, l’INPS consente di scegliere tra:

  • riscatto ordinario 
    • per periodi di studio precedenti al 1996 calcolati con il metodo retributivo, il costo dell’operazione varia in rapporto a diversi elementi come l’età, il periodo da riscattare, il sesso, l’anzianità contributiva totale e le retribuzioni percepite negli ultimi anni.

    • per periodi di studio successivi al 1996 (metodo contributivo) il costo viene calcolato applicando l’aliquota contributiva vigente al momento della domanda alla retribuzione lorda soggetta a contributi nei 12 mesi precedenti. In pratica, si considera l’imponibile previdenziale dell’anno precedente alla domanda: per un lavoratore dipendente, l’aliquota applicata è del 33%.

Ad esempio, se nei 12 mesi precedenti la tua retribuzione soggetta a contributi è stata di 35.000 euro, il costo del riscatto per ogni anno di laurea sarà di circa 11.550 euro.

  • riscatto agevolato: introdotto nel 2019, si differenzia da quella ordinaria perché non tiene conto della retribuzione individuale, ma utilizza un valore convenzionale uguale per tutti: si tratta del reddito minimo imponibile previsto per artigiani e commercianti nell’anno in cui si presenta la domanda.

Su tale importo si applica l’aliquota del 33%

Di conseguenza, il costo per riscattare un anno di laurea con il calcolo agevolato nel 2025 è di 6.123,15 euro.

E’ tuttavia importante prestare attenzione al riscatto dei periodi maturati prima del 1996: se si decide di optare per questa misura agevolata, il lavoratore “rinuncia” al sistema di calcolo “misto” della pensione a favore di un sistema completamente contributivo e, nel caso avesse cominciato a lavorare dopo 1995, ma dovesse riscattare anni universitari pre ‘96, non potrà più accedere alla pensione anticipata contributiva.

Se vuoi approfondire il tema, abbiamo un approfondimento sul riscatto di laurea nel regime INPS per sapere quando conviene e quali calcoli bisogna considerare.

Tabella riassuntiva calcolo pensione ENPAM e INPS

Tabella calcolo pensione medici Enpam e INPS

Conclusioni

La previdenza dei medici e degli odontoiatri è un sistema complesso, fatto di obblighi diversificati e regole che variano in base al tipo di attività svolta e alla forma contrattuale. 

La presenza di più gestioni (INPS per il lavoro dipendente e Fondazione ENPAM per l’appartenenza all’ordine professionale e l’attività libero-professionale) impone al professionista sanitario una doppia attenzione: da un lato nel rispettare tutti gli obblighi contributivi, dall’altro nel pianificare in modo strategico il proprio percorso previdenziale.

Comprendere come funzionano le diverse quote dell’ENPAM, quali prestazioni si possono ottenere nei vari fondi, e come valorizzare al meglio gli anni di studio universitari, è essenziale per non sprecare opportunità e non perdere diritti acquisiti. 

In un contesto previdenziale in continua evoluzione, non basta “versare i contributi”: serve consapevolezza, serve pianificazione.

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