Il welfare versato nella previdenza complementare: creare un piano per sfruttare vantaggi e deduzioni fiscali

Margherita Gallo
·
27
November
2024
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Il binomio welfare aziendale e fondi pensione può essere utile e vantaggioso sia perché ti da un beneficio fiscale immediato, sia perché ti aiuta a costruire una previdenza complementare più consistente e, a fine corsa, ci saranno più soldi nel tuo fondo pensione

Questo tema però, è spesso fonte di dubbi e, in questo articolo, vogliamo spiegarti in dettaglio tutto ciò che puoi fare con il tuo welfare aziendale e il tuo fondo pensione. 

Welfare 

Con questo termine inglese si indicano le politiche di intervento pubblico volte a tutelare le fasce più deboli della popolazione, come ad esempio i programmi di assistenza sanitaria o di sostegno al reddito.

Anche il sistema pensionistico può essere considerato una forma strutturale di welfare, poiché utilizza le risorse dell'intera collettività per sostenere economicamente chi non ha più un reddito da lavoro perché ha raggiunto, appunto, l’età della pensione. 

Welfare aziendale 

In questo caso specifico, si applica il concetto di welfare alla “popolazione” di un’impresa. 

Il welfare aziendale, infatti, è un insieme di beni e servizi accessori che il datore di lavoro decide di mettere a disposizione dei dipendenti oltre allo stipendio

Lo scopo è migliorare il benessere lavorativo delle persone che lavorano nell’impresa e, di conseguenza, il benessere organizzativo dell’intera azienda e la sua produttività. 

Il principio cardine su cui si fonda un piano welfare è, solitamente, la possibilità, per i dipendenti, di conciliare sempre più e sempre meglio la vita lavorativa con quella privata e familiare

Il welfare aziendale consente, inoltre, di aumentare il potere d’acquisto dei dipendenti e delle relative famiglie, senza aumentare il loro reddito imponibile

Al contempo, evita di aggravare la pressione fiscale che pesa sul datore di lavoro, garantendo un sistema di incentivazione e sostenibilità.

Da un lato, quindi, si crea un clima lavorativo positivo e si premia la produttività dei lavoratori, dall’altro si ottengono rilevanti benefici fiscali per l’azienda

Il welfare aziendale può essere erogato in varie tipologie di benefit, che vengono classificate con definizioni diverse.

Fringe benefit

Sono i benefici accessori, forniti ai collaboratori tramite beni o servizi finalizzati allo svolgimento dell’attività lavorativa.

Tra i fringe benefit più comuni ci sono il telefono cellulare, il computer e l’automobile in concessione privata. 

Questo tipo di benefit, essendo un compenso in natura, non può essere versato in un fondo pensione.

Flexible benefit

Sono beni o servizi che l’azienda decide di mettere a disposizione dei dipendenti, accanto alla retribuzione. 

Non sono disciplinati all’interno del contratto individuale e sono frutto di una scelta aziendale o di una contrattazione collettiva

I flexible benefit sono pensati per migliorare il benessere personale e familiare del dipendente e si possono classificare in 5 tipologie:

  1. Servizi a sostegno della salute fisica e mentale;
  2. Servizi per conciliare vita privata e familiare con il lavoro; 
  3. Servizi di sostegno alla mobilità;
  4. Servizi per coltivare interessi extraprofessionali;
  5. Servizi finanziari e di sostegno economico. 

Esempi classici di flexible benefit sono: asili nido, borse di studio, assicurazioni sanitarie, abbonamenti al trasporto pubblico e anche la previdenza complementare.

In quest’ultimo caso, il flexible benefit si traduce in importi extra che il tuo datore di lavoro può versare nel tuo fondo pensione, oltre al TFR e alla percentuale del contributo datoriale, decisa dal CCNL di inquadramento e prevista, di solito, nei fondi di categoria.  

Premio di risultato 

Questo è un tipo di benefit che corrisponde a un ulteriore compenso in denaro.

Il premio di risultato si può convertire in welfare e destinare al tuo fondo pensione.

Infatti, entro il limite annuo di 3.000 € a dipendente, e a condizione che tu percepisca una RAL entro gli 80.000 €, il datore di lavoro può versare importi di premio di risultato nel tuo fondo pensione, se lo richiedi. 

I benefici fiscali dei servizi welfare  

All’inizio di questo articolo, abbiamo accennato al fatto che il welfare aziendale offre ottime opportunità di efficientamento fiscale all’impresa che lo elargisce. 

Al contempo, offre anche benefici fiscali consistenti ai dipendenti che lo utilizzano, soprattutto se lo versano nel loro fondo pensione. 

Vediamo ora, come e in che misura il welfare nella previdenza complementare aumenta queste possibilità di risparmio fiscale. 

Fiscalità dei Fringe Benefit

Abbiamo visto che questo tipo di benefit non può essere utilizzato nella previdenza complementare

I fringe benefit, come cellulari, PC, o auto, sono parte integrante del reddito da lavoro dipendente e quindi sono oggetto di tassazione. 

Nonostante questo, però, puoi ottenere sgravi fiscali sui fringe benefit che ti offre il tuo datore di lavoro.

Con il Decreto legge n. 48/2023, infatti, è stato introdotto un regime transitorio più favorevole che include, nel regime di esenzione, anche il rimborso delle spese sostenute per utenze domestiche, come gas, acqua e corrente elettrica. 

Inoltre, con la Legge di Bilancio per l’anno 2024, è stata introdotta una deroga al regime ordinario dei fringe benefit, grazie alla quale ve ne sono alcuni che non concorrono a formare il reddito, entro il limite complessivo di 1.000 €, elevato a 2.000 € per i lavoratori dipendenti con figli a carico. 

In caso, però, di superamento della soglia di esenzione, l’intero valore dovrà essere assoggettato a contribuzione ai fini previdenziali e assicurativi e a tassazione Irpef. 

Fiscalità dei Flexible Benefit

Questi benefit godono di un trattamento agevolato.

Essendo un investimento ulteriore da parte dell’azienda, questi servizi, entro certi limiti di spesa, sono detassati per i lavoratori dipendenti

Nell’art. 51 del TUIR si trovano indicate le soglie di esenzione e i tassi di esclusione della tassazione riguardo alle agevolazioni per i dipendenti dei diversi settori. 

Se poi decidi di versare parte di questi importi nel tuo fondo pensione, allora questi contributi sono, a tutti gli effetti, defiscalizzati e rientrano nel plafond di deduzione annua possibile con i fondi pensione, cioè 5.164,57 €.  

Ad esempio, se vuoi destinare 1.000 € del tuo piano di flexible benefit al tuo fondo pensione, potrai poi versare dal tuo conto corrente nel tuo fondo ancora 4.164,57 € per dedurre tutti i 5.164,57 € previsti nella previdenza complementare. 

I flexible benefit versati nella previdenza complementare funzionano esattamente come il contributo datoriale.

Fiscalità del premio di risultato erogato in welfare

In questo caso, allo scadere dell’anno, l’importo di premio di risultato che non hai ancora speso in welfare, ti viene accreditato in denaro in busta paga

In questo modo viene tassato con aliquota del 10% più la trattenuta prevista per i contributi previdenziali, a meno che tu non chieda di versarlo nel suo fondo pensione

Così facendo, l’importo è esente dalla tassazione del 10% e non rientra nel plafond dei 5.164,57 € anzi, lo eleva, potenzialmente, fino a 8.164,57 € se si considera l’ipotesi in cui tu faccia versare nel tuo fondo pensione l’importo massimo di premio di risultato erogato in welfare, cioè 3.000 € all’anno. 

In più, a fine corsa, quando cioè potrai ritirare il tuo fondo pensione perché sarai arrivato alla pensione, gli importi di premio risultato inseriti nel fondo non verranno nemmeno tassati con la tassazione dal 15% al 9% prevista, normalmente, per tutti gli importi che hanno goduto delle agevolazioni fiscali riservate alla previdenza complementare. 

I vantaggi fiscali per le aziende

La conversione dei premi di produttività in servizi di welfare implica, per l’impresa, un alleggerimento del carico fiscale grazie alla deducibilità dei costi. 

Questo incentiva le aziende a mettere a disposizione dei propri dipendenti un piano welfare, rendendo l’intervento sostenibile nel tempo.

Esempio

Se un’azienda eroga in denaro in busta paga un premio di risultato di 1.000 €, affronterà un costo reale che può essere più alto anche del 30-40% e al dipendente arriveranno circa 800 € per effetto della tassazione del 10%, a cui va sommata la quota dovuta per i contributi previdenziali. 

Se erogato con servizi di welfare aziendale invece, lo stesso premio costerà all’azienda proprio 1.000 € e il dipendente riceverà esattamente 1.000 €. 

Conclusioni e spunti

Offrire servizi di Welfare aziendale che rispondano alle nuove esigenze dei lavoratori è, ormai, una delle sfide principali di chi si occupa di gestione delle risorse umane e una delle chiavi del successo di un’impresa nell’attrarre e trattenere talenti e nel migliorare l’immagine aziendale. 

Per questo, sempre più aziende mettono a disposizione dei propri dipendenti piani di welfare.

Ormai tutti sanno che risparmiare per il proprio futuro e pianificare con anticipo gli anni della pensione è un’attività necessaria, ma spesso si tende a procrastinare e a concentrarsi solo sulle urgenze presenti o del futuro immediato. 

In questo articolo ti abbiamo dimostrato che puoi pensare al welfare aziendale come a una sorta di “spinta gentile” da utilizzare nella tua strategia economica e previdenziale a lungo termine.