Noi di Ciao Elsa ci occupiamo di previdenza complementare e affrontiamo anche tematiche legate alla previdenza obbligatoria.
Una delle domande a cui spesso rispondiamo nelle nostre sessioni individuali Elsa Premium è questa: ha senso riscattare gli anni universitari?
Come sempre, non c’è un sì assoluto o un no assoluto. Tutto dipende da una serie di variabili.
Fattori calcolabili
Riscattare l’università ti manderà in pensione prima?
Dipende dal tuo storico contributivo e con le regole pensionistiche attuali è possibile fare un calcolo basato sulla tua situazione.
Fattori soggettivi
Vale la pena, per te, spendere oggi questi soldi anche se riuscissi ad andare in pensione uno, due, tre anni prima?
Dipende principalmente dalla tua capacità di risparmio, da qual è la strategia previdenziale che intendi perseguire e da come vuoi allocare le tue risorse.
Fattori potenziali e imprevedibili
Se, come e quando cambieranno le regole del sistema pensionistico?
Questo, ovviamente, non possiamo prevederlo quindi, per ora, possiamo spiegarti come funziona oggi il riscatto laurea, quando conviene o non conviene e cosa comporta.
Cos’è il riscatto laurea
Il riscatto del corso di laurea è uno strumento pensato per trasformare gli anni di università in anni contributivi.
Gli anni contributivi sono gli anni in cui lavori e versi i contributi. Quando ne avrai accumulati un certo numero, potrai andare in pensione.
Gli anni universitari riscattati, quindi, sono considerati alla stregua di anni lavorativi e vengono conteggiati tra gli anni che ti danno diritto ad andare in pensione.
Inoltre sono utili anche ai fini del calcolo di tutte le prestazioni pensionistiche.
In pratica, si tratta di un pagamento volontario di contributi.
La condizione necessaria per effettuare il riscatto degli anni universitari è che tu abbia conseguito il titolo di studio che vuoi riscattare.
Se, ad esempio, hai frequentato due anni di università, senza poi laurearti, non potrai riscattare quei due anni.
Quando riscatti la laurea, versi i soldi nella cassa di previdenza obbligatoria in cui versi anche i contributi pensionistici come lavoratore (ad esempio in gestione generale INPS se sei dipendente del settore privato).
Puoi riscattare gli anni universitari, sia che tu abbia un lavoro sia che tu sia inoccupato.
Il decreto legislativo 30 aprile 1997 n.184, infatti, consente il riscatto dei corsi di laurea anche alle persone non iscritte ad alcuna forma obbligatoria di previdenza, insomma anche a chi non ha ancora iniziato l'attività lavorativa.
In caso tu decida di chiedere il riscatto finché sei ancora in cerca del primo lavoro, il contributo versato verrà accreditato in una contabilità separata del Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FPLD) e rivalutato a partire dalla data della domanda.
Siccome questa possibilità di riscatto non ti rende automaticamente iscritto a una gestione previdenziale, ricordati che, quando avrai acquisito l’iscrizione in una gestione previdenziale cioè quando inizierai a lavorare e versare contributi, potrai avanzare la richiesta di trasferimento dell’importo maturato.
Cosa si può riscattare
Puoi riscattare gli anni se hai conseguito uno di questi titoli:
- diplomi universitari
- diplomi di laurea
- diplomi di specializzazione successivi alla laurea e al termine di un corso di durata non inferiore a due anni
- dottorati di ricerca i cui corsi sono regolati da specifiche disposizioni di legge
- laurea triennale
- laurea specialistica e laurea magistrale
- diplomi rilasciati dagli Istituti di Alta Formazione Artistica e Musicale (AFAM)
- titoli universitari conseguiti all’estero se sono riconosciuti da università italiane o hanno valore legale in Italia.
Non sei obbligato a riscattare l’intero corso di studi. È possibile, infatti, anche riscattarne solo una parte, con l’esclusione degli anni fuori corso.
Ad esempio, se hai una laurea magistrale quinquennale che hai conseguito in sette anni effettivi, potrai riscattare da uno a cinque anni, ma non il sesto e il settimo.
Quanto costa
L’onere da pagare dipende dal sistema di calcolo della pensione: retributivo o contributivo.
Quindi a seconda di quando si collocano nel tempo i periodi oggetto di riscatto: rispettivamente, prima o dopo il 31/12/1995.
Il riscatto ordinario nel sistema contributivo
Se devi riscattare periodi nel sistema contributivo, cioè periodi di studio dal 1996 in poi, sappi che l’importo si determina prendendo l’aliquota contributiva in vigore quando presenti la domanda di riscatto, applicandola alla tua retribuzione soggetta a contribuzione dei 12 mesi lavorativi più recenti rispetto sempre alla data in cui fai la domanda.
Si prende il tuo imponibile previdenziale degli ultimi 12 mesi e, se sei dipendente, pagherai il 33% di questa cifra.
Quindi, se l’anno prima di riscattare, hai avuto un imponibile previdenziale di 24.000€, paghi circa 8.000€ per ogni anno di università.
Il riscatto ordinario nel sistema retributivo
Se, invece, devi riscattare periodi nel sistema retributivo, cioè periodi di studio pre 1996, l’importo della somma da versare varia in rapporto a diversi fattori quali l’età, il periodo da riscattare, il sesso, l’anzianità contributiva totale e le retribuzioni percepite negli ultimi anni.
Il riscatto da “inoccupati”
Abbiamo visto che puoi chiedere il riscatto del corso di laurea anche se sei inoccupato. In questo caso, l’onere viene determinato con le stesse modalità del riscatto cosiddetto agevolato.
Il riscatto agevolato
È una nuova modalità di calcolo dell’onere di riscatto, previsto per periodi che rientrano nel sistema contributivo.
Questa novità è stata introdotta nel 2019 e, a differenza delle modalità ordinarie, prende a riferimento una retribuzione convenzionale uguale per tutti, cioè il livello minimo imponibile per artigiani e commercianti vigente nell’anno di presentazione della domanda.
Nel 2024 questa cifra parametro è 18.415,00 € e, a questo importo, si applica l’aliquota vigente nel Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti, cioè il 33%.
Quindi, se presenti domanda nell’anno 2024 e scegli il calcolo agevolato, il costo per riscattare un anno di università sarà di 6.076,95 €.
Confronto tra riscatto agevolato e riscatto ordinario
Ipotizziamo che tu voglia riscattare quattro anni di università, svolti dal 2002 al 2007 e che tu presenti domanda di riscatto il 5 dicembre 2024.
Considerando, ad esempio, una tua retribuzione lorda degli ultimi 12 mesi pari a 24.000,00 €, l’importo da pagare per riscattare quattro anni sarà di quasi 32.000 €.
Ecco il calcolo:
24.000,00 × 33% = 7.920 €
Questo è l’importo annuo che a sua volta va moltiplicato per gli anni che intendi riscattare, cioè 4:
7.920 x 4 = 31.680 €.
Con il riscatto di laurea agevolato, invece, sempre se presenti domanda nel 2024, il costo per riscattare un anno di corso è 6.076,95 €. Se moltiplichi questo importo per 4 anni, ottieni l’onere dovuto in questo caso, cioè: 24.307,80 €.
Se devi riscattare degli anni universitari precedenti il 1996, quindi nel sistema retributivo, puoi optare per il riscatto agevolato anche in questo caso, ma così facendo, tutto il tuo assegno pensionistico verrà calcolato interamente con il sistema contributivo.
Come pagare l’onere
Puoi riscattare gli anni universitari versando l’onere in un’unica soluzione oppure in rate fino a un massimo di 120 mensili senza interessi.
Inoltre, il contributo da riscatto è interamente deducibile ai fini fiscali.
La deduzione del riscatto laurea segue lo stesso principio di quella prevista nei fondi pensione e la convenienza varia, quindi, in base al tuo reddito nell’anno in cui versi gli oneri e allo scaglione IRPEF che puoi recuperare.
Per gli oneri sostenuti annualmente, l’INPS rilascia una certificazione e provvede a comunicarli all’Agenzia delle Entrate per la dichiarazione precompilata.
Per gli inoccupati, al genitore che sostiene l’onere di riscatto degli anni di studio viene garantito il diritto alla detrazione del costo per il 19% dalla propria imposta lorda.
Cosa può cambiare se si riscatta la laurea
L’importo del futuro assegno pensionistico
Ora vediamo insieme come e se il riscatto laurea può cambiare la pensione futura, ma ti ricordiamo che ci sono tanti elementi soggettivi da valutare e che, per capire se conviene o meno, devi fare i conti sulla tua situazione da studente e lavoratore, cosa che puoi fare con noi in Elsa Premium. Clicca qui per scoprire di cosa si tratta.
Per i periodi di riscatto che si collocano dopo il 31/12/1995 (o per quelli collocati prima se si opta però, per il calcolo interamente contributivo), l’importo che versi per il riscatto farà parte, a tutti gli effetti, del montante contributivo sul quale sarà calcolata la tua pensione con il sistema contributivo.
In questo caso, se scegli il riscatto agevolato devi sapere che, versando meno contributi per quegli anni, potresti avere un importo pensionistico un po’ inferiore rispetto a quello che avresti se riscattassi con il sistema ordinario.
Questo perché, nel sistema contributivo, viene fatta una media dei contributi versati in tutta la tua storia contributiva e il riscatto agevolato prende a riferimento un reddito che - oggi - corrisponde a 18.000 € lordi.
Per i periodi di studio anteriori al 1996, il riscatto ordinario incrementa la quota di pensione calcolata con il sistema retributivo, cioè quella parte di contributi il cui rendimento sarà collegato alla media dei redditi da lavoro conseguiti negli ultimi anni dell’attività lavorativa e questo potrebbe far aumentare leggermente il tuo assegno pensionistico.
Per i periodi antecedenti al 1996, se opti, invece, per il riscatto agevolato, abbiamo già visto che la pensione ti verrà calcolata con il sistema completamente contributivo e, quindi, sarà inferiore rispetto a quella che otterresti se mantenessi il sistema misto (sistema di calcolo previsto per chi ha una parte di contributi pre 1996 e una parte di contributi dal 1996 in poi).
Le finestre di pensionamento previste
Se hai cominciato a lavorare dopo il 1996, ma hai fatto l’Università, ad esempio dal 1994 al 1998, e decidi di riscattare questi anni, sappi che il riscatto laurea ti porterà nel sistema misto e che perderai la finestra di pensionamento chiamata anticipata contributiva.
Questa finestra è prevista a 64 anni, ma solo nel sistema contributivo. Riscattando anni universitari svolti prima del 1996, questa finestra, perciò, si perde.
Andare in pensione prima è garantito?
Oggi il sistema contributivo prevede la possibilità di andare in pensione:
- con la finestra di vecchiaia, cioè a 67 con almeno 20 anni di contributi;
- con l’anticipata dopo 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne;
- con l’anticipata contributiva a 64 anni, con almeno 20 anni di contributi se, grazie ai contributi che hai versato, avrai un assegno pensionistico che vale almeno 3 volte l’assegno sociale (nel 2024 l’assegno sociale vale 6.947 €, quindi oggi otterresti questa finestra se la tua pensione lorda fosse almeno 6.947 x 3 = 20.841 € all’anno, ovvero 1.603 € al mese).
Per avere una pensione di questo tipo è necessario, oggi, avere uno stipendio medio nell’intera vita lavorativa di 2.500 € lordi al mese.
Facciamo, quindi, un esempio pratico per farti capire perché è opportuno valutare bene la tua situazione prima di decidere se riscattare.
Infatti, anche riscattando gli anni universitari, non è detto che tu possa andare in pensione prima.
Ipotizziamo il caso di un ragazzo che abbia una laurea quinquennale e abbia iniziato a lavorare versando regolari contributi a 28 anni.
Con le regole “base” potrà andare in pensione:
- con la Vecchiaia a 67 anni
- con la Anticipata dopo 43 anni di contributi (arrotondiamo i 42 e 10 mesi) quindi a 71 anni
- con la Anticipata contributiva a 64 anni, solo se riuscirà ad avere una pensione che equivalga almeno ai 1.603 € lordi al mese di oggi
Cosa succede a questo lavoratore se riscatta i 5 anni di università?
Avrà 5 anni in più di contributi versati e quindi sarà come se avesse iniziato a lavorare a 23 anni anziché a 28.
Grazie al riscatto, le sue finestre di pensionamento diventeranno:
- Vecchiaia sempre i 67 anni di età
- Anticipata: è qui che “guadagna tempo” perché, per raggiungere i 43 anni di contributi (arrotondiamo i 42 e 10 mesi), farà valere anche i 5 anni di laurea e quindi ne dovrà lavorare 38 e non più 43, infatti 28 anni (età inizio lavoro) + 38 anni fa 66 anziché 71.
- C’è, però, l’Anticipata Contributiva a 64 anni se riuscirà ad avere una pensione che equivarrà agli attuali 1.603,23 € lordi.
In quest’ultimo caso quindi, se lo scopo è andare in pensione prima, aver riscattato gli anni di laurea non gli farà raggiungere l’obiettivo.
Diversamente, se lo stesso lavoratore avesse iniziato a lavorare a 24 anni invece che a 28, il requisito per andare in pensione potrebbe raggiungerlo con l’anticipata (24 + 38) a 62 anni.
In questo caso, pagando 5 anni di università, anticiperebbe di 2 anni rispetto ai 64 (sempre in presenza del requisito del reddito minimo di pensionamento).
Se riscatti 5 anni di laurea, ma pensi che riuscirai a ricadere nell’anticipata contributiva perché ipotizzi che il tuo reddito medio sarà almeno l’equivalente degli odierni 2.500 € lordi, devi essere consapevole che potresti non anticipare la pensione di 5 anni, anzi, in alcuni casi potresti non anticiparla neanche di un anno.
Questo esempio non ha lo scopo di sostenere che non sia conveniente riscattare la laurea, ma vuole farti capire che devi considerare bene la tua posizione quando fai i calcoli.
Cambiamenti normativi futuri
Ovviamente, tutto può cambiare se cambiano le regole del gioco pensionistico. Non abbiamo la sfera di cristallo e su ciò che potrà cambiare in futuro dobbiamo alzare le mani.
Tieni conto che, in questo contesto demografico e sistemico, è probabile che i requisiti per accedere al pensionamento saranno sempre più stringenti e, presumibilmente, porteranno a un allungamento della vita lavorativa.