
Se sei tra coloro che vogliono tassativamente ritirare il proprio fondo pensione interamente in capitale, oppure vuoi conservare anche questa possibilità di scelta quando sarai arrivato alla pensione, ti spieghiamo in questa guida come calcolare la soglia che non devi oltrepassare per non perdere questa possibilità.
Prima, però, facciamo un passo indietro per chi non è esperto di fondi pensione e previdenza complementare.
Ritiro del fondo al pensionamento
Quando arrivi in pensione hai tre opzioni per “ritirare” i soldi:
- 100% rendita. Con questa opzione puoi richiedere la conversione totale del capitale accumulato nel fondo pensione in una rendita mensile. Quindi, oltre alla pensione pubblica dell’INPS, riceverai i soldi provenienti dal tuo fondo pensione sotto forma di assegno e, in questo caso, potrai considerarli come se fossero una vera e propria integrazione della tua pensione.
La rendita non è una sola ma ne esistono di vari tipi, vediamole una per una:
- Rendita vitalizia immediata che ti viene erogata finché sei in vita. Quindi, se vivi molti anni potresti fare un ottimo affare perché il fondo continuerà a garantirti la rendita vitalizia anche se avrà esaurito il montante che era contenuto nel tuo fondo. Viceversa, se viene a mancare senza aver ritirato tutto, il capitale residuo se lo tiene il fondo.
- Rendita certa 5 anni. È come una rendita vitalizia, ma se vieni a mancare prima dei 5 anni, il fondo elargisce la rendita certa ai tuoi beneficiari finché, appunto, non sono terminati i 5 anni.
- Rendita certa 10 anni. Identica alla rendita certa 5 anni, ma per un periodo di tempo doppio.
- Rendita reversibile. È una rendita che ti viene erogata finché vivi e, quando vieni a mancare, continua ad essere erogata al beneficiario superstite che hai scelto, finché questo è in vita. Puoi spesso decidere anche la percentuale di reversibilità, ad esempio: 100%, 80%, 70% e 60%. Presta attenzione all’età del tuo beneficiario perché se indichi qualcuno che ha molti meno anni di te, la tua rendita si riduce parecchio, in quanto viene calcolata sull’aspettativa di vita media del tuo beneficiario.
- Rendita controassicurata. È una rendita che ti viene erogata finché sei in vita e, al tuo decesso, garantisce ai tuoi beneficiari la liquidazione dell’eventuale capitale residuo. Questa è l’unica rendita che garantisce in ogni caso il ritiro del capitale complessivo.
-In questa tabella sono presenti i coefficienti di trasformazione di 4 tipi di rendita: Vitalizia, Certa a 5 anni, Certa a 10 anni e con LTC.
. Questa rendita raddoppia l’importo se perdi la tua autosufficienza. Per non autosufficienza si intende l’incapacità di svolgere azioni elementari come, ad esempio, mangiare da solo, mantenere livelli di igiene adeguati, spostarti, vestirti. Il raddoppio dell’importo della rendita è subordinato all’accertamento del tuo stato di non autosufficienza. Non ti basterà dichiarare di essere in questa condizione, dovrai anche sottoporti ad accertamenti da parte della compagnia assicuratrice.
- 50% capitale e 50% rendita. Con questa tipologia di richiesta è possibile farsi liquidare un massimo del 50% della somma totale (montante), in capitale, così che la restante parte venga a essere erogata sotto forma di rendita mensile. Quindi, metà dei soldi te li restituiranno con un bonifico unico, mentre l’altra metà potrai riceverla sotto forma di rendita, scegliendo una delle tipologie viste precedentemente.
- 100% capitale. In questo modo ritiri tutto il capitale netto accumulato nel fondo pensione e lo spendi, lo gestisci e lo investi come meglio credi.
La regola del 100% capitale
Molti potrebbero pensare che questa opzione sia scontata, mentre purtroppo non è sempre percorribile.
Il d.Lgs 252/2005 che ha istituito i fondi pensione per come li conosciamo oggi, stabilisce che:
Se il 70% del montante finale nel fondo pensione, convertito in rendita vitalizia, ottiene un importo annuo che supera il 50% dell’assegno sociale, quel fondo non può essere erogato al 100% in capitale.
L’assegno sociale è un sussidio statale che nel 2025 vale 7.002 € annui.
Se prendendo il 70% del fondo pensione alla fine e convertendo questo 70% in una rendita vitalizia, si ottiene un importo che va oltre la metà dell’assegno sociale (quindi, nel 2025, più di 3.500 €), allora non si può procedere all’erogazione totale del capitale e almeno il 50% del fondo andrà erogato in rendita.
In pratica bisogna calcolare qual è la soglia massima di capitale che un fondo pensione non deve superare per poter essere ritirato al pensionamento.
Questo risultato si trova calcolando la rendita.
I coefficienti di conversione
Ma come si calcola la rendita?
Questa viene calcolata a partire dal capitale finale contenuto nel fondo pensione, moltiplicato per dei coefficienti di conversione o trasformazione, con cui si determina l’ammontare della rendita.
I coefficienti variano in base all’età, al sesso, alla frequenza di erogazione e al tipo di rendita richiesto.
Esempi e tabelle
Ecco un esempio di tabella di coefficienti.

Come si può vedere, variano in base al tipo di rendita e in base all’età.
Per il calcolo della soglia da non superare si deve prendere a riferimento la rendita vitalizia erogata con frazionamento annuale.
Calcolo
Vediamo il caso di una pensionata donna di 67 anni che vuole ritirare tutto il suo fondo in capitale.
Facciamo tre esempi: uno con un fondo di 100.000 €, uno con un fondo di 110.000 € e uno con un fondo di 120.000 €.

Esempio 1: 100.000 €
Innanzitutto occorre prendere il 70% del suo fondo totale, quindi 100.000 € x 70% = 70.000 €.
A questi 70.000 € va applicato il coefficiente di trasformazione previsto per le donne a 67 anni che chiedono la rendita vitalizia annuale, ovvero: 0,044449.
70.000 € x 0,44449 = 3.111,43 €.
Questa cifra è inferiore alla metà dell’assegno sociale nel 2025 (7.002 € : 2 = 3.501 €), quindi la pensionata può ritirare il suo fondo in capitale.
Esempio 2: 110.000 €
Prendiamo il 70% del suo fondo totale, quindi 110.000 € x 70% = 77.000 €.
A questi 77.000 € applichiamo il coefficiente di trasformazione precedente, quello previsto per le donne a 67 anni che chiedono la rendita vitalizia annuale, ovvero: 0,044449.
77.000 € x 0,44449 = 3.422,57 €.
Anche questa cifra è inferiore alla metà dell’assegno sociale nel 2025 (7.002 € : 2 = 3.501 €), quindi la pensionata può ritirare il suo fondo in capitale.
Esempio 3: 120.000 €
Prendiamo il 70% del suo fondo totale, quindi 120.000 € x 70% = 84.000 €.
A questi 84.000 € applichiamo il solito coefficiente di trasformazione previsto per le donne a 67 anni che chiedono la rendita vitalizia annuale: 0,044449.
84.000 € x 0,44449 = 3.733,71 €.
Questa volta la rendita è superiore alla metà dell’assegno sociale nel 2025 (7.002 € : 2 = 3.501 €), quindi la pensionata NON può ritirare il suo fondo in capitale.
I coefficienti di trasformazione previsti per le donne sono più bassi perché il genere femminile ha un’aspettativa media di vita più lunga.
Di conseguenza le donne hanno soglie più alte rispetto agli uomini, di solito circa 10.00 € o 15.000€ in più.
Inoltre, ogni fondo pensione ha dei coefficienti leggermente diversi e tutti i coefficienti possono essere modificati in futuro per adattarli al cambiamento dell’aspettativa media di vita.
Istruzioni per un calcolo in autonomia
Se vuoi sapere la soglia prevista oggi nel tuo fondo pensione per poterlo ritirare tutto in capitale a una certa età, ti basta andare nel sito del fondo, cercare il documento sulle rendite e trovare la tabella con i coefficienti di conversione della rendita vitalizia con frazionamento annuale.
Presta attenzione a trovare la tabella giusta, quella legata al tuo sesso e, ipotizzando l’età in cui andrai in pensione, utilizza quel coefficiente di conversione per fare qualche prova con capitali diversi e trovare la soglia attuale, seguendo gli esempi che abbiamo riportato in questa guida.
Come sempre ti ricordiamo che nel corso del tempo i coefficienti di trasformazione possono essere modificati e sicuramente l’importo dell’assegno sociale verrà ricalcolato spesso da qui al momento in cui andrai in pensione, quindi la soglia che trovi oggi molto probabilmente aumenterà nei prossimi anni e decenni, anche se non sappiamo di quanto.